Clandestini, rapporto Onu ammette: l’invasione verso l’Italia non diminuirà
Il flusso di clandestini dalla Libia verso l’Italia non è destinato a ridursi nel breve periodo. È la previsione fatta da Vincent Cochetel, inviato speciale dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) per la rotta mediterranea. “Non c’è alcun segno di un rallentamento dei movimenti dalla Libia – ha detto, parlando a Ginevra – cosa che significa che un numero più grande di persone potrebbe continuare a cercare di partire attraverso la rotta del Mediterraneo centrale”. Secondo l’Unhcr, dall’inizio dell’anno 84.830 migranti hanno attraversato il Mediterraneo in direzione dell’Italia, il 19% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Di questi, secondo Cochetel, il 30% sono persone in fuga da guerre e persecuzioni, mentre il 70% sono migranti economici. E l’Alto commissariato, in un rapporto presentato oggi, ha tracciato una sorta di identikit dei migranti che arrivano in Libia: si tratta di giovani uomini single, originari dei vicini Paesi africani, con un basso livello di istruzione, in cerca di migliori condizioni di vita. La metà di questi, sostiene lo studio, inizialmente non vorrebbe imbarcarsi verso l’Europa, preferendo rimanere in Nordafrica. La maggior parte proviene da Niger, Ciad, Sudan o Egitto. “Tuttavia – si legge nel rapporto – la mancanza di stabilità, sicurezza e stato di diritto, la crisi economica, gli abusi diffusi e lo sfruttamento spingono alcuni di loro a cercare di raggiungere l’Europa”. “L’industria del traffico di uomini – sottolinea il rapporto condotto per l’Unhcr dalla società francese Altai Consultin e dal think tank svizzero Impact – sta vivendo una rapida espansione in Libia. E parliamo di un’impresa multinazionale del crimine”.