Migranti, il governo vuol chiudere i porti. Il centrodestra: «Era ora»
E ora come la mettiamo? Con quali parole il governo giustificherà la decisione di chiudere i porti italiani alle navi straniere cariche di migranti dopo aver apostrofato come razzista chiunque, come Matteo Salvini o Giorgia Meloni, si azzardasse a suggerirlo? Probabilmente occorrevano le sconfitte elettorali di Genova, La Spezia o di Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia, per convincere il Pd che il “no” più rabbioso all’immigrazione senza limiti e controlli proveniva e proviene dalle periferie, dai caseggiati popolari, dai quartieri dimenticati.
Passo formale dell’Italia in sede Ue
Ma torniamo al passo formale mosso dal governo attraverso il proprio rappresentante presso l’Ue, l’ambasciatore Maurizio Massari, al commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos. Qualcuno direbbe “meglio tardi che mai”, in realtà è un’iniziativa del tutto tardiva. Come chiudere la stalla a buoi scappati. Di più: è addirittura patetico che da Palazzo Chigi si lasci trapelare la voce che “dopo l’ultima ondata degli sbarchi, l’Europa non può più fare finta di niente”. Bene, bravi. Peccato che qualcuno lo stia dicendo, inascoltato, da settimane, mesi, anzi anni. Ha perciò ragione da vendere Maurizio Gasparri, tra i più attivi nella lotta contro il solidarismo peloso verso i migranti, quando in un tweet parla di «tardiva conversione a “blocco navale”» da parte di Gentiloni. Sceglie invece Fb Giorgia Meloni per ribadire la proposta a suo tempo avanzata da FdI-An: «Subito un blocco navale al largo della Libia per impedire ai barconi di partire, espulsione dei clandestini e concessione della cittadinanza italiana solo a chi ama l’Italia, dimostra di essersi integrato e di condividere la nostra cultura e le nostre leggi».
La Meloni: «13.500 migranti in soli due giorni»
Un «tavolo in sede europa» è invece quanto richiede il capogruppo azzurro a Montecitorio, Renato Brunetta. L’obiettivo è boccare le «14 navi delle Ong che continuano sbarcare disperati nei nostri porti, senza che ci sia nessuna responsabilità, aiuto, sensibilità dell’Ue». E la sinistra? Se il ministro dell’Interno Minniti ha annullato la trasferta negli Usa per seguire da vicino la nuova emergenza creata dagli ultimi arrivi – oltre 13mila in soli due giorni -, c’è anche chi, come il presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre, del Pd, cerca di mantenersi in equilibrio tra il solidarismo di maniera e la cruda realtà dei fatti: «Mi auguro – ha detto – che il nostro Paese sia unito non solo nel gestire e fronteggiare l’alto numero di migranti ma anche nel sostenere concretamente questa idea in Europa».