Troupe aggredita dai bengalesi nella moschea abusiva di Torpignattara (VIDEO)
Proprio mentre la Milano progressista di Sala (già di Pisapia), si appresta a scendere in piazza – l’iniziativa, che partirà alle 14.30 da piazza Venezia, è da giorni campo di battaglia politica – a favore di migranti e profughi, o meglio, in nome dell’accoglienza coatta imposta malgrado tutto e tutti gli ormai defraudati abitanti di moltissime città e isole del Belpaese. Proprio quando indignazione e rabbia per quanto accaduto ieri con l’accoltellamento di un agente della Polfer e di due militari dell’esercito in servizio alla Stazione Centrale, selvaggiamente colpiti dal 20enne Tommaso Bein Yousef Hosni Ismail, inneggiante all’odio del nemico occidentale e ai crimini di Daesh, e contestualmentead una ininterrotta pubblicazione sui media di notizie di fermi e monitoraggi preventivi di sospetti e siti nel radar dell’anti-terrorismo. E mentre ancora non si è spenta l’eco delle polemiche sul pullulare di moschee e luoghi di culto abusivi frequentati molto spesso da integralisti islamici, su Youtube appare il video postato in rete da una giornalista de il Tempo, minacciosamente circondata nei locali – abusivamente occupati – della tristemente nota moschea di Torpignattara, quartiere multietnico della capitale.
Cronista minacciata dai bengalesi nella moschea abusiva di Torpignattara
All’ingresso della cronista – e il video riportato in apertura lo dimostra chiaramente – nel giro di pochi secondi la troupe che l’accompagna viene bloccata e circondata da diversi uomini in abito lungo come la tradizione musulmana impone. Si capisce subito che il manipolo di religiosi è infastidito, pesantemente infastidito, dall’ingresso dei giornalisti, peraltro non nuovi a servizi e reportage dai garage di via Alo’ Giovannoli, nel quartiere di Torpignattara a Roma, dove si trova una moschea non autorizzata e gestita da un gruppo di bengalesi. Un luogo sequestrato, poi ripopolato, al centro comunque da anni di una ininteorrotta e assai articolata vicenda che, nell’intricato miscuglio di denunce presentate da parte dei residenti e recriminazioni avanzate dagli immigrati abusivi, e tra competenze municipali e conflitti urbanistici legati al fatto che su quei locali incomberebbe una vertenza legata a presunte violazioni della destinazione d’uso degli spazi occupati, fatto sta che all’arrivo della troupe capitolina i religiosi bengalesi si avventano a bloccare l’ingresso – ed eventuali riprese con il telefonino – determinati a difendere lo spazio cooptato dei garage sotterranei adibiti a moschea.
Un abuso, quello dell’occupazione dei garage, che si perpetua da anni
Non solo: a quanto si evince dalle immagini, l’ingresso sulla distesa dei tappeti è inibita e l’accesso ai locali negato con tanto di minacce di sfratto esecutivo intimato con un perentorio «Andate via di qua, dovete andare via. Altrimenti faccio uscire tutti». Ora, se è vero che, come preannucniato dal quotidiano romano, per lunedì è previsto un sopralluogo della Commissione trasparenza del Campidoglio – all’ombra del quale continano a perpetuarsi impunemente abusi di questo genere – è altresì innegabile che la presenza di immigrati nei nostri quartieri non sempre è cosi pacifica come la si vuole far passare (specie a Milano in queste ore). E che, se gli italiani sono chiamati ad aprire porte e portoni, (e perché no? Anche i garage sotterranei), non sempre gli stessi sono graditi ospiti di quanto dal Belpaese messo a disposizione. E il video della giornalista romana lo testimonia una volta di più.