Da Confindustria siluro all’inciucio: «Il proporzionale porta all’immobilismo»

24 Mag 2017 12:49 - di Redazione

Nel bel mezzo della trattativa in corso tra i partiti lungo l’asse sistema elettorale proporzionale in cambio di elezioni anticipate in autunno, se non addirittura a settembre, l’assemblea di Confindustria lancia la sfida della «governabilità» nel nome delle riforme. «Assecondare la tentazione proporzionalistica ha infatti avvertito il presidente Vincenzo Boccia -, che oggi vediamo riemergere in molte proposte per la legge elettorale, potrebbe rivelarsi fatale per l’Italia».

Boccia (Confindustria): «Occorrono riforme»

Per Boccia, il ritorno di un sistema politico interamente proporzionale porterebbe ad «una nuova stagione di immobilismo, in un quadro neo corporativo e neo consociativo». Un riferimento neanche troppo velato al ventilato e paventato Nazarenobis, cioè l’accordo tra Berlusconi e Renzi per il dopo elezioni. «Il ritardo accumulato dal nostro Paese su molti fronti – dice ancora il numero uno di Confindustria – è il frutto malato di questo vizio antico. Così come l’insana abitudine agli scambi con la politica».

Preoccupa la lunga campagna elettorale

Ma ciò che più preoccupa gli imprenditori italiani e una lunghissima campagna elettorale preceduta da una fase di stallo politico: «L’Italia – ha infatti proseguito Boccia – non può permettersi di attendere inoperosa il passaggio di un lungo periodo elettorale. Nonostante permangano numerosi rischi, la congiuntura economica mondiale di sta rivelando migliore del previsto. L’Italia – ha concluso – non può permettersi di sprecare questa ennesima opportunità, ignorare le gravi difficoltà sociali». “Fare presto” (parafrasando il titolo del Sole 24 ore, giornale di Confindustria, quando s’impennò lo spread) è la parola d’ordine che arriva anche da Luigi Abete, presidente della Bnl: «Speriamo si chiuda presto il dibattito sulla legge elettorale, dobbiamo evitare l’instabilità politica». Tanto più ora, ha aggiunto citando le previsioni di Mario Draghi, presidente della Bce, «che la crescita in Europa si consoliderà».

 

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