Amministrative, quei 7 Comuni in cui nessuno si è voluto candidare

30 Mag 2017 18:03 - di Federica Parbuoni
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Sindaco cercasi disperatamente. Sono oltre mille le amministrazioni che andranno al voto l’11 giugno, mentre in sette Comuni alle urne non si andrà per un motivo molto semplice: nessuno si è candidato. E così, in quegli enti, sono arrivati i commissari.

I sette Comuni senza candidati

È accaduto soprattutto al Sud, ma anche al Nord si è verificato qualche caso. In particolare, le elezioni non si terranno per mancata presentazione delle liste a Elva (Cuneo), Cencenighe Agordino (Belluno), Penna San Giovanni (Macerata), Faeto (Foggia), Austis (Nuoro), Soddì (Oristano) e San Luca (Reggio Calabria). San Luca, piccolo centro della Locride che diede i natali allo scrittore Corrado Alvaro, è salito più spesso tristemente alla ribalta delle cronache perché teatro dal 1991 di uno scontro violentissimo tra due clan della ‘ndrangheta calabrese, i Pelle-Vottari-Romeo e gli Strangio-Nirta. Sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2013, da allora è amministrato dal commissario e pure questa tornata elettorale è saltata per assenza di candidati.

Molte liti, troppo lavoro e poche soddisfazioni

Anche ad Austis (Nuoro) non si va alla urne da parecchio tempo: l’ultima amministrazione eletta, guidata dall’ex prima cittadina Lucia Chessa, è stata votata nel 2010. Poi, dal 2015, più nulla. A Penna San Giovanni, invece, il sindaco uscente, Giuseppe Mancinelli, aveva deciso di non ricandidarsi, ma quando si è reso conto che, per motivi di liti in paese, non vi sarebbero state liste ha cercato in tutti i modi di allestirne una, sebbene avesse a disposizione solo due giorni di tempo. Poi, però, per gravi e improvvisi motivi familiari ha dovuto, suo malgrado, gettare la spugna. E di liti che hanno impedito di arrivare a una candidatura ha parlato anche il sindaco uscente di Faeto, Antonio Melillo. «Certo, è un lavoro impegnativo e non è remunerativo. Ma non penso sia questo il motivo», ha detto l’ex primo cittadino, spiegando che «nessuno vuole rimboccarsi le maniche per lavorare: è troppo facile discutere e non scendere in campo, ci sono molti moralisti ma non ci sono attivisti seri». «Mi dispiace – ha concluso Melillo – non ci ho dormito per due notti».

 

 

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