Il voto francese fa paura alla sinistra divisa. Pisapia: «Unità o sarà sconfitta»

26 Apr 2017 11:59 - di Valerio Falerni

L’effetto-Macron si abbatte sulla sinistra italiana con la forza di un ciclone. La corsa per l’Eliseo è tutt’altro che terminata, come tutt’altro che scontato è il risultato, cioè nonostante la gauche di casa nostra pretende già di trarne le conclusioni. A salire in cattedra, questa volta, è stato Giuliano Pisapia, reduce dalla non esaltante esperienza di sindaco “arancione” di  Milano e oggi leader di Campo Progressista, a dare una lettura tutta domestica delle presidenziali transalpine: «Le elezioni francesi – ha argomentato in una lunga intervista a Repubblica – ci ricordano che la sinistra divisa va incontro a un solo destino: la sconfitta».

Pisapia a Renzi: «Subito la nuova legge elettorale»

Da qui il suo appello a Matteo Renzi, la cui rielezione a segretario del Pd nelle primarie del prossimo 30 aprile è – questa sì – del tutto scontata, a dare subito un «segnale chiaro». Quale? Pisapia non ha dubbi: «Cambiare la legge elettorale e costruire una coalizione». Altrimenti, ha avvertito, «il centrosinistra andrà incontro a una sconfitta che definirei generazionale, perché ci vorrà appunto una generazione prima che si possa ricostruire la fiducia e la partecipazione del proprio elettorato». Sempre a Repubblica, l’ex-sindaco di Milano ha rivelato di «essere favorevole al Mattarellum». «Se però non ci sono i voti in Parlamento – ha spiegato – può funzionare anche il sistema che il Pd ha proposto in commissione: collegi e premio di maggioranza moderato. Purché si chiarisca se il premio va alla lista o alla coalizione. Serve il secondo, se si vuole mettere in campo una alleanza larga di centrosinistra».

Nessuna «alleanza strutturale» con Grillo

Quanto ai Cinquestelle, Pisapia ha escluso la possibilità di stipulare con loro un «accordo strutturale» auspicando una «proficua collaborazione» sui «singoli temi». Ma il vero obiettivo – ha aggiunto – è recuperare temi cari al M5S come la «sobrietà» e la «lotta ai privilegi» perché «è dimostrato – ha concluso Pisapia – che, quando succede, il M5S non tocca palla».

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