Meloni: voglio un centrodestra unito, ma sull’Europa nessuna ambiguità

27 Apr 2017 14:56 - di Redazione
Repubblica

Non c’è un avversario da preferire. A pochi giorni dalle primarie del Pd e all’indomani dello sbiadito confronto dei tre candidati su Sky, Giorgia Meloni annuncia di essere pronta a combattere «chiunque esca vincitore perché – ha detto da Bari – in ogni caso la politica del Pd è stata sostenuta da tutti indistintamente ed è una politica di sudditanza verso i poteri forti, verso le grandi concentrazioni economiche, verso le multinazionali, verso le consorterie europee». L’esatto contrario – ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia – del nostro progetto di libertà e sovranità per l’Italia».

Meloni: alleanze sì, ma non al buio

Sulle prospettive del centrodestra la Meloni è tornata ad auspicare un’alleanza che poggi sui contenuti e faccia chiarezza sui temi caldi dell’agenda politica: dal rapporto con l’Ue all’immigrazione. «Noi siamo per l’unità del centrodestra, è sotto gli occhi di tutti come il centrodestra compatto possa essere estremamente competitivo nelle prossime elezioni. Siamo gli unici che possono presentare una proposta politica fondata sull’interesse nazionale italiano. Non lo può fare il servilismo del Pd, non lo può neanche fare l’inconcludenza del M5S», ha detto. Vincere, ma non a tutti i costi.  Fratelli d’Italia non è disponibile a fare alleanze al buio. Non sono pochi i nodi da sciogliere. Oltre alla controversia sul rapporto con Bruxelles, «c’è il tema di come selezionare un portabandiera, la classe dirigente; io dico portabandiera più che leader, perché penso che se usciamo dall’ottica dell’uomo solo al comando e del leader per come lo abbiamo conosciuto in questi anni è più facile anche dare vita ad elezioni primarie per selezionare chi può essere, nell’ambito di un gioco di squadra, il candidato premier», ha aggiunto la Meloni. Centrale nella richiesta di Fratelli d’Italia l’introduzione della cosiddetta “clausola anti-inciucio”, l’impossibilità per i parlamentari di cambiare casacca nel corso della legislatura. «Chi vuole essere alleato con noi deve impegnarsi a non fare in nessun caso accordi col Pd». Quanto alla legge elettorale, la Meloni non si fa illusione. «Non credo che verrà cambiata. L’ho denunciato da tempo, ci hanno detto che serviva il governo Gentiloni per fare una nuova legge elettorale, poi è arrivato il governo Gentiloni e si è messo a parlare di tutto, fuorché della legge elettorale. La verità è che l’attuale esecutivo serviva ad impedire agli italiani di votare, giacché non avrebbero votato nel senso indicato da Matteo Renzi».

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