«Le stragi di cristiani in Egitto sono un avvertimento, l’Isis aspetta il Papa…»
Due stragi, quasi 50 morti in un solo giorno, nella Domenica delle Palme che precede la Santa Pasqua. Il giorno dopo gli attentati di matrice islamista in Egitto, rivendicati dall’Isis, si piangono i martiri e si fa il bilancio di un assedio ormai asfissiante a chi esercita la fede cristiana in certe zone del mondo. «Sono attentati contro l’unità del Paese, contro i cristiani per ricordare loro che non hanno diritti e contro tutta la minoranza cristiana del Paese che attende con ansia Papa Francesco», dice al Sir monsignor Antonios Aziz Mina, vescovo copto-cattolico emerito di Guizeh (nella foto a destra). «Colpire i cristiani – aggiunge – garantisce ai terroristi una grande risonanza mediatica, più che colpire esercito o polizia sulla frontiera del Sinai. Basta ricordare quanti cristiani sono stati uccisi, anche recentemente, in questa penisola. Hanno colpito in uno dei giorni in cui maggiore è l’affluenza in chiesa – aggiunge mons. Mina, che è stato il rappresentante della Chiesa copto-cattolica all’interno della Costituente che ha redatto il nuovo testo della Costituzione egiziana approvata con un referendum nel gennaio 2014 – quindi è drammaticamente chiara l’intenzionalità di compiere una strage. Hanno colpito a tre settimane dall’arrivo di Papa Francesco in Egitto inviando un messaggio di morte al popolo egiziano e, in particolare, alla sua componente cristiana».
Il viaggio del Papa in Egitto è a rischio o no?
Circa il viaggio di Papa Francesco in Egitto, previsto il 28 e 29 aprile prossimi, monsignor Mina si dice convinto che ”non sia a rischio”. «Le misure di sicurezza saranno altissime e sono certo che tutto avverrà senza alcun problema». Ma prima del Papa i cristiani sono chiamati a celebrare la Pasqua, ”che è di tutti i cristiani quest’anno: avrà più che mai il sapore del sangue e l’amaro della tristezza – rimarca il presule -. Tante famiglie dopo i due attentati di ieri piangeranno i loro martiri. Nonostante ciò, non perderemo mai la speranza. Questi gesti efferati ci rendono più saldi nella fede e più forti. Non siamo sconfitti. Celebreremo la Pasqua e affideremo alla visita di Papa Francesco la crescita della nostra Chiesa che piange altri martiri. Il Papa ci ha chiesto di pregare perché Dio converta il cuore dei terroristi e per la pace. I cristiani di Egitto sono combattenti della speranza”.
Solo l’ultima scia di sangue tra i cristiani copti
Quello di ieri è il secondo attacco terrorista a una chiesa copta negli ultimi mesi. Lo scorso 11 dicembre un attacco suicida nella chiesa dei santi Pietro e Paolo, vicino alla cattedrale copta di san Marco al Cairo, provocò 28 morti e più di 40 feriti. I cristiani copti sono circa il 10% della popolazione egiziana e sono vittime di violenze e assassinii da parte di milizie jihadiste attive nel Sinai e di gruppi dei Fratelli musulmani, che dopo la cacciata del loro leader Mohamed Morsi, hanno assaltato chiese, case e negozi di proprietà di cristiani.