È allarme siccita nel nord Italia: a rischio fiumi, laghi, pozzi e invasi

19 Apr 2017 15:07 - di Redazione

È “già crisi idrica” nel Nord Italia e cresce la preoccupazione per i prossimi mesi. Le Regioni colpite dalla siccità sono Emilia Romagna, Lombardi e Veneto ed a monte c’è un inverno trascorso senza periodi piovosi significativi. A lanciare l’allarme è l’Associazione nazionale Consorzi gestione tutela territorio e acque irrigue (Anbi), i cui Consorzi di bonifica monitorano costantemente l’evolversi della situazione. E, “ferme restando le priorità normative, dopo l’uso umano c’è quello agricolo” segnala l’associazione. Arriva da Piacenza il più recente segnale sulla crescente crisi idrica che interessa le regioni settentrionali del Paese. Di fronte alla preoccupante situazione nei bacini delle dighe di Mignano (oggi è al 29% della capacità d’invaso) e di Molato (al 18% della capacità di invaso), il locale Consorzio di bonifica, riferisce l’Anbi, ha invitato gli agricoltori a riprogrammare semine e trapianti, poiché il livello delle falde pregiudica anche la possibilità di emungere dai pozzi in alcune zone del comprensorio. “La piovosità registrata in corrispondenza delle dighe piacentine, nel primo trimestre 2017, è stata di circa 70 millimetri contro una piovosità media nello stesso periodo di oltre 300 millimetri a Mignano e di oltre 200 millimetri a Molato” segnala l’associazione. Complessivamente, “le anomale condizioni climatiche, con il perdurare della siccità invernale e primaverile, hanno portato la disponibilità idrica nei terreni dell’Emilia Romagna a livelli talmente bassi da compromettere, soprattutto nei territori occidentali della regione, la crescita delle piante e addirittura, in taluni casi, la germinazione” avverte.

Siccità, l’Adige sorvegliato speciale

Situazione di dichiarata criticità idrologica anche nel Veneto dove, nel mese di marzo, sono caduti 24 millimetri di pioggia contro una media di mm. 69 (- 66%). “Nei sei mesi tra ottobre e marzo si sono registrate sul Veneto precipitazioni per circa 352 millimetri, mentre la media del periodo 1994-2016 è di mm. 524: gli apporti del periodo risultano quindi inferiori del 33% sulla media” segnala ancora l’Anbi sottolineando che “i principali invasi del fiume Piave trattengono attualmente circa il 63% del volume massimo invasabile così come l’invaso del Corlo lungo il fiume Brenta”. Sorvegliato speciale è il fiume Adige, la cui portata è ridotta di circa il 60%, creando preoccupazione anche per le conseguenze della risalita del cuneo salino”. Anche i dati della Lombardia evidenziano un netto deficit idrologico per l’area prealpina ed alpina, che può contare su una riserva pari a 1.086 milioni di metri cubi d’acqua, fornita dal manto nevoso e dai laghi. “Il totale della riserva, invasata nei grandi laghi, – spiega l’Anbi – risulta inferiore sia alla media del periodo (- 45,7%), sia ai quantitativi dell’anno critico 2007”. Tutti i grandi laghi si trovano in deficit idrico, ma la situazione peggiore si registra per i laghi di Como e d’Iseo largamente al di sotto delle medie stagionali. “Si ripete ancora una volta il paradosso delle situazioni di crisi idrica” incalza Francesco Vincenzi, Presidente Anbi. “A fronte di un’emergente stato di siccità -avverte- aumenta il rischio idrogeologico, derivato da terreni aridi, incapaci di assorbire eventuali, copiose piogge, la cui aumentata violenza e ricorrenza è conseguenza acclarata dei cambiamenti climatici, che qualcuno si ostina a negare. Possiamo, quindi, solo sperare che le auspicate precipitazioni non accentuino le criticità di territori già in difficoltà”. “Ora, però, c’è bisogno che gli investimenti che il Paese ha scelto di fare non vengano bloccati dalle burocrazie e che le stesse si rendano concretamente disponibili verso una scelta di ammodernamento infrastrutturale, di reddito delle imprese e di occupazione che rischia di essere negata all’interesse generale della collettività tutta per l’indifferenza di pochi” conclude il direttore generale Anbi, Massimo Gargano. “Bisogna rendere concreta la fondamentale scelta di fare del reticolo idraulico una delle grandi opere infrastrutturali per il Paese” taglia corto.

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