Spettacolo in lutto: l’attore rapper Josciua Algeri morto in un incidente
L’impatto, la fine di un sogno, il dolore dei suoi fan. A soli 21 anni è morto l’attore rapper Josciua Algeri, a Bergamo, in un tragico incidente stradale. Il giovane ha perso il controllo del suo scooter, invadendo la corsia di marcia opposta e andando a schiantarsi contro una Land Rover Defender. Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia locale e i soccorritori del 118, con un’automedica e con un’ambulanza ma per Josciua Algeri non c’è stato nulla da fare. Difficile l’identificazione della vittima, che non aveva con sé documenti. Josciua viveva a Pradalunga con la compagna e la figlia piccola.
Josciua Algeri, una vita difficile e il successo
Nel 2014, appena maggiorenne, aveva ottenuto un permesso speciale per partecipare (scortato dalla polizia) alla 23esima edizione del Festival Città di Caltanissetta, che aveva vinto con la canzone “A testa alta”, composta durante la sua detenzione nell’istituto penale minorile Beccaria di Milano, dove stava scontando una condanna. A premiarlo era stato Red Canzian, bassista dei Pooh, uno dei giurati, che dopo la proclamazione della vittoria, aveva invitato Josciua a presentarsi nel suo studio al termine della detenzione, il 15 settembre 2014.
Aveva una figlia piccola
Dopo aver conosciuto la storia di Josciua, il regista Claudio Giovannesi aveva deciso di ingaggiarlo come coprotagonista per la sua pellicola Fiore, presentata l’anno scorso a Cannes. Nel grande schermo il rapper recitava nei panni di un detenuto che si innamora di una donna, anche lei rinchiusa in carcere. Una vita, quella di Algeri, sempre in cerca di riscatto: «A 8 anni – raccontava – mi hanno tolto ai miei genitori, sballottato tra comunità e case famiglia. Ero pieno di rabbia verso gli adulti. Ho iniziato con i piccoli reati per ottenere quel che il mondo non mi dava, sono entrato nel giro grosso. Soldi veri, droga, vida loca. Poi, il carcere. Sono cambiato». I buoni propositi: «Voglio fare l’attore. Anche per la mia bambina, che ora ha otto mesi ed è la cosa più bella della mia vita». Una vita stroncata a 21 anni.