Pensioni, 6 su 10 sono sotto i 750 euro. Le donne ancora più povere
Sono oltre 18 milioni le pensioni vigenti al 1° gennaio 2017, per un importo complessivo annuo pari a 197,4 miliardi di euro, di cui 176,8 a carico delle gestioni previdenziali. Lo ha comunicato l’Inps, presentando i dati dell’Osservatorio sulle pensioni erogate, aggiornati al primo gennaio 2017.
Nel 2016 oltre un milione di nuove pensioni
Per l’esattezza si parla di 18.029.590 di pensioni vigenti. Di queste 14.114.464 sono di natura previdenziale, derivanti cioè da un effettivo versamento di contributi. La differenza è costituita dalle prestazioni di natura assistenziale, vale a dire invalidità civile, pensioni sociali e assegni sociali, erogate a chi si trova in una situazione di invalidità o di basso reddito. Le nuove pensioni liquidate nel 2016 sono state 1.048.096, il 53,2% delle quali di natura assistenziale, per un importo totale pari a 9,4 miliardi di euro. L’Inps rileva inoltre una tendenza alla diminuzione dell’importo complessivo annuo delle pensioni rispetto al Pil: i numeri mostrano un andamento crescente fino al 2014 con valori che vanno dal 9,5% del 2004 all’11,8% del 2014; da tre anni si assiste a una inversione di tendenza che ha visto decrescere questo indicatore fino all’attuale 11,3%.
L’età dei pensionati
L’età media dei pensionati è di 73,7 anni, con una differenza tra i due generi di 4,6 anni (75,7 anni per le donne e 71,1 anni per gli uomini). Il 21,8% delle pensioni di vecchiaia è erogato a persone di età compresa tra 65 e 69 anni, fascia che rappresenta la maggiore concentrazione. Seguono la fascia 70-74, con il 21,4%, quella 75-79 con il 20,4% e quella 80-84 con il 14,7%.
Tra le donne il 76,5% di assegni sotto i 750 euro
Dai dati emerge che i pensionati italiani sono fortemente concentrati nella classi basse: il 63,1% degli assegni ha un importo inferiore a 750 euro. Ma questa percentuale, che per le donne raggiunge il 76,5%, secondo quanto riferito dall’Inps, costituisce solo una misura indicativa della povertà, per il fatto che molti pensionati sono titolari di più prestazioni o comunque di altri redditi. Se si prendono in considerazione solo gli uomini, la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 45,1%. Sempre per i maschi, si osserva che oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia è di importo compreso fra 1.500 e 3mila euro. Per quanto riguarda i dati generali, gli uomini riscuotono circa il 77,9% delle pensioni di anzianità/anticipate, il 35,1% di quelle di vecchiaia (legate cioè alla sola età anagrafica), il 49,9% delle prestazioni di invalidità e il 12% di quelle ai superstiti.
Il 48% delle prestazioni al Nord. Il 2,2% all’estero
L’analisi della distribuzione territoriale, infine, evidenzia che la maggior parte delle pensioni, il 48%, è percepito nelle regioni dell’Italia settentrionale, il 19,2% al Centro e il 30,6% in Italia meridionale e Isole: il restante 2,2% è erogato a soggetti residenti all’estero. Al Nord si ha una maggiore concentrazione delle categorie vecchiaia e superstiti, seguito da Centro e Mezzogiorno, mentre l’ordine si inverte per le pensioni della categoria invalidità previdenziale e per le prestazioni assistenziali.