Il discorso di Trump al Congresso: ecco i suoi “numeri” in 10 punti

1 Mar 2017 14:14 - di Giulia Melodia

È un Trump più disteso e conciliante quello che si è presentato oggi al Congresso degli Stati Uniti riunito in seduta comune. Un Trump sempre determinato a «fare di nuovo grande l’America» e a scommettere sugli States e sui loro elettori. «Quello che oggi stiamo testimoniando è il rinnovo dello spirito americano. I nostri alleati sapranno che l’America è ancora una volta pronta a guidare il mondo», sono state tra le battute iniziali rivolte dal presidente neo eletto alla platea. Un presidente che è apparso decisamente più incline a toni nettamente più ottimisti e positivi rispetto a quelli dell’inaugurazione, oratore al centro di un discorso in cui il tycoon ha illustrato un’agenda ampia incentrata sulla creazione di posti di lavoro, riforma dell’immigrazione e sicurezza nazionale.

Discorso di Trump, toni conclianti e prospettiva ottimista

«Tutte le nazioni del mondo, amici o nemici, capiranno che l’America è forte, l’America è orgogliosa, l’America è libera», ha detto Trump inneggiando «all’inizio di un nuovo capitolo della Grandezza Americana, a un nuovo orgoglio nazionale che sta conquistando il Paese e a un’ondata di ottimismo che sta mettendo alla nostra portata sogni impossibili», e scaldando la sala dei convenuti. «D’ora in avanti l’America sarà guidata dalle nostre aspirazioni, non oppressa dalle nostre paure. Dobbiamo avere il coraggio di esprimere le nostre speranze. E sperare che queste speranze e i nostri sogni si trasformino in azioni», ha ribadito con veemenza il presidente americano in un altro significativo passaggio del suo discorso. Ma vediamo allora, riassunto in un esaustivo schema, i numeri del discorso di Trump al Congresso inaugurale.

Ecco i “numeri” del discorso di Trump al Congresso 

1) È durato un’ora e 14 minuti il primo discorso del presidente Donald Trump al Congresso degli Stati Uniti riunito in seduta comune. Qualche secondo in più rispetto al primo discorso di Bill Clinton e circa 10 minuti più lungo di Barack Obama.

2) Il presidente ha ricevuto applausi costanti per tutto il suo intervento, 84 per la precisione, ovviamente soprattutto da parte dei repubblicani del Congresso anche se a più riprese si sono uniti anche i democratici. L’applauso più lungo della notte si è stato per Carryn Owens, la vedova di Ryan Owens, il Navy Seals ucciso in un raid nello Yemen. 

3) E se sono state 54 le volte in cui si è riferito a se stesso con termini quali «Io», «me» o «il mio», almeno 23 le volte in cui Trump ha utilizzato la parola «grande», tra cui «i nostri grandi minatori di carbone», «grande programma per le infrastrutture nazionali» e, naturalmente, con il suo slogan, «rendere l’America grande di novo».

4) Trump ha poi menzionato l’Obamacare, definito «un disastro che sta implodendo», in cinque occasioni, così come la parola «commercio», utilizzata per invocare il supporto per una «politica protezionistica» a favore delle imprese americane.

5) Almeno per quattro volte i democratici hanno rumoreggiato durante il discorso, quando Trump ha detto che stava lavorando per «drenare la palude» o quando ha parlato di abrogazione dell’Obamacare, di immigrati irregolari che uccidono cittadini americani, e quando ha detto che «le banali lotte sono dietro di noi».

6) Tre invece i riferimenti all’Islam o ai musulmani. Mentre le questioni migratorie sono state presenti 11 volte, compreso quando ha annunciato la creazione di una nuova agenzia per le vittime di crimini commessi dagli immigrati, che si chiamerà Victims of immigration crime engagement.

7) Trump ha citato una volta il muro di confine con il Messico, dicendo che la costruzione inizierà «presto» e «una volta terminato, sarà un’arma molto efficace contro la droga e la criminalità».

8) Anche stampa e tv sono stati menzionati una sola volta, quando Trump ha affermato che le vittime di reati da parte degli immigrati sono state «ignorate dai nostri media, messi tacere da interessi particolari».

9) Sebbene il nuovo consigliere per la Sicurezza nazionale H.R. McMaster abbia esortato Trump ad eliminare il termine «terrorismo radicale islamico» dal suo vocabolario, il tycoon lo ha comunque usato una volta durante il suo discorso.

10) E infine, non poteva mancare – almeno una volta – un riferimento alla sua vittoria elettorale: mentre non ha mai parlato della sua rivale democratica, Hillary Clinton.

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