Ecco perché Donald Trump ha ragione sugli spioni della Cia e dell’Fbi

21 Mar 2017 11:01 - di Mario Aldo Stilton

Noi sappiamo che ha ragione Donald Trump: la Cia e l’Fbi spiavano lui così come hanno sempre cercato di spiare tutti. Tutti. Potenti e non. Spiano per statuto e per mandato. Spiano per la sicurezza nazionale, ovviamente. Ma spesso travalicano. È la loro più importante mission: spiare, interferire, brigare, confezionare presunte verità che spesso e volentieri sono solo cumuli di bugie programmate a tavolino. Ne è zeppa la storia passata e recente. Spiare e riferire al potere politico. Il potere politico che ne nomina i vertici, ordina i dossier, le indagini che loro svolgono. Sempre. Spesso, negli anni, per sviare verità e giustizia: come accaduto nel caso dei fratelli Kennedy. O per avvalorare una tesi preconcetta: come la storia delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. I fatti interni hanno solo risvolti politici interni. Le bufale internazionali sono peggiori. Perché a volte provocano disastri epocali, come l’incendio del Medio Oriente alla base del terrorismo jihadista. Oppure  figuracce come quando WikiLeaks, di Julian Assange, ha reso pubblico l’elenco di tutti i leader mondiali (alleati compresi) coi telefoni intercettati. Donald Trump ha capito subito che bisognava stare attenti. L’ha capito e ci ha messo meno di 48 ore a cambiare il capo della Cia di Fairfax, Virginia. Purtroppo non ha potuto fare lo stesso con l’Fbi di Washington. James Comey è infatti in carica dal 2013 e il mandato dura 10 anni: il regalo più velenoso di Barack Obama. E, così, ieri costui ha parlato, al Congresso Usa, di indagini in corso su “possibili” collegamenti tra lo staff elettorale di Trump e le “interferenze russe nella campagna elettorale”. Bufala pacchiana. Ma anche veleno sul presidente democraticamente eletto da parte di un uomo di Obama che, infatti, a precisa e successiva domanda ha negato in modo risoluto che l’ex presidente abbia mai chiesto all’Fbi di intercettare Trump. Figuriamoci! Quando mai avrebbe potuto confermarlo. La sua missione era di ingenerare un po’ di dubbi su Trump per ringraziare il predecessore che l’ha nominato. Questo ha fatto il capo dell’Fbi. Fortunatamente Trump prosegue per la sua strada. Incurante degli ululati di chi cerca azzopparlo da prima del suo insediamento alla Casa Bianca. Per questo noi sappiamo che Donal Trump ha ragione.

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