Boldrini nega il patrocinio al convegno sull’utero in affitto: è di parte

22 Mar 2017 14:48 - di Lisa Turri

Avevano chiesto il patrocinio della presidente della Camera Laura Boldrini al convegno europeo e trasversale contro l’utero in affitto che è in programma domani alla Camera ma le femministe dell’associazione “Se non ora quando-Libere” sono rimaste deluse. Boldrini non sarà al convegno e non darà il patrocinio a un convegno “dove c’è la scelta netta di una parte”. Repubblica, riportando la vicenda, parla di “imbarazzo” del fronte femminista contrario alla Gpa (gestazione per altri). Al convegno prenderanno parte Fabrizia Giuliani (Pd), Francesca Izzo, Cristina Comencini, la socialista francese Laurence Dumont, la moglie dell’ex premier Jospin Sylviaine Agacinski, la scrittrice Susanna Tamaro, l’europarlamentare Silvia Costa, le deputate Mara Carfagna e Elena Centemero, le ministre Finocchiaro e Lorenzin. Un fronte trasversale che il fronte opposto, per il quale il diritto alla genitorialità viene prima di quello del bambino, vede come il fumo negli occhi. Ne fanno fede le stilettate che sul web vengono indirizzate a quelle esponenti del mondo femminista e di sinistra che si sono schierate apertamente contro l’utero in affitto. 

Proprio per non prendere una posizione netta Laura Boldrini preferisce defilarsi nonostante, in occasione della polemica suscitata dalla nascita del bambino avuto da Nichi Vendola e dal suo compagno con la maternità surrogata, avesse espresso riserve sulla pratica della gestazione per altri, se non altro quando coinvolge mamme indigenti.  

A precisare la posizione della presidente della Camera è intervenuto anche il suo portavoce, Roberto Natale: “La Camera – aggiunge Natale – accoglie, compatibilmente con le disponibilità logistiche, tante iniziative di dibattito su temi sociali, culturali, etici dei più diversi orientamenti, e così ha fatto anche stavolta mettendo a disposizione una delle sue sale. Cosa ben diversa è la concessione del patrocinio. La decisione viene istruita dall’amministrazione, che non mette il ‘timbro’ dell’istituzione su iniziative che appoggino una parte o l’altra in questioni complesse e controverse”.

Dunque Boldrini avrebbe evitato il patrocinio per mantenersi parte terza rispetto alle parti in contesa. Il punto è però che qui non ci sono questioni complesse o controverse ma una legge dello Stato italiano, la legge 40, che al punto 12 afferma che il ricorso a pratiche di surrogazione di maternità è un reato punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino ad un milione di euro. Nel 2005 fu indetto anche un referendum abrogativo sulla legge 40 che non ottenne il quorum. 

 

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