Terremoto, Coldiretti: in Abruzzo danni per 52 milioni alle aziende agricole
Ammontano a 52 milioni di euro i danni diretti ed indiretti subiti dalle aziende agricole e dalle stalle a seguito del terremoto avvenuto in Abruzzo. È la stima fatta dalla Coldiretti. Nel dettaglio «il settore più colpito è sicuramente quello delle stalle e degli allevamenti con un danno indiretto così ripartito: per i bovini da latte la perdita è stimata in sei milioni di euro tra mancato reddito relativo al tardivo o omesso ritiro del latte e una perdita di reddito (la normale funzionalità di un’azienda agricola potrà riprendere solo in estate inoltrata) quantificabile in via presuntiva in circa cinque milioni; per gli ovini da carne e da latte il danno è quantificabile in circa nove milioni di euro per le mancate nascite mentre per le morti premature in circa sei milioni; per i suini il danno consiste nella perdita del capo e di fatto di tutto il ciclo produttivo dell’anno, a cui si devono aggiungere ingenti danni alle strutture il cui ripristino potrà avvenire solo dopo la ricostituzione della consistenza di stalla. Valore stimato del danno è circa due milioni e 500mila euro».
Terremoto, la Coldiretti: danni anche al settore ricettivo
Oltre al settore zootecnico, continua la Coldiretti, «sono stati registrati danni al settore olivicolo con una stima presunta dei danni, diretti e indiretti, che si aggira introno al 35%
della produzione lorda aziendale ed è quantificabile all’incirca in 15 milioni». Per il settore ricettivo (agriturismo), va considerato che nelle zone particolarmente interessate dagli eventi gli agriturismi sono circa 160, molti dei quali già fortemente colpiti dal sisma del 2009 e negli
ultimi anni in ripresa, con un danno ad oggi quantificabile in termini di mancate presenze in circa nove milioni. La situazione è drammatica anche perché sotto alcuni aspetti non
ancora emerge nella sua gravità, rileva Coldiretti; «un’ennesima batosta che richiede ora l’attenzione delle istituzioni per una forte e coordinata azione di ricostruzione. Bisogna restituire speranza a un settore, ed in particolare al comparto zootecnico, che in questo
momento chiede la dovuta attenzione per evitare di scomparire portandosi dietro un patrimonio inestimabile di tradizioni e di eccellenze che, una volta estinte, sarebbero irrecuperabili. Non solo sono a rischio le eccellenze agroalimentari come il pecorino, la
mortadella di Campotosto e i salumi teramani solo per citarne alcuni, ma anche la storia della regione e la forza trainante dell’economia agricola sugli altri comparti».