Terremoto, agricoltori a Roma: “Costretti a sfollare per sopravvivere”
Sos lavoro. A sei mesi dalle prime scosse si stima che non più del 15% degli animali possono essere ospitati nelle stalle provvisorie annunciate e nei Paesi svuotati dalla paura e dall’esodo forzato non c’è neanche più mercato per i prodotti salvati dalle macerie e agricoltori ed allevatori per sopravvivere sono costretti a sfollare alla ricerca di canali di sbocco alternativi. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti che in attesa dell’arrivo delle casette e del ripopolamento dei territori abbandonati per salvare l’economia locale ospita i produttori provenienti delle regioni terremotate nel mercato contadino di Campagna Amica all’Aranciera a Roma per tutto il weekend di Carnevale. L’emergenza per gli agricoltori è ancora altissima.
“A Roma con dignità, per trovare sbocchi alternativi»
“Dietro ogni prodotto salvato dal terremoto – sottolinea la Coldiretti- c’è una storia di sofferenza ma anche di voglia di ricominciare come dimostrano gli allevatori e gli agricoltori della rinascita che sono approdati con grande coraggio e dignità a Roma perché nelle aree terremotate gli acquisti di prodotti sono calati del 90% per l’assenza di acquirenti locali e per il crollo del turismo”. “Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che è importante sostenere concretamente affinché la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
Ancora tanti animali senza un ricovero
G li allevatori, sottolinea la Coldiretti, non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti, mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse. Occorre colmare i ritardi accumulati nella realizzazione delle nuove stalle ma anche completare gli allacci della luce e dell’acqua nelle strutture già consegnate. Vanno peraltro denunciati, precisa la Coldiretti, i problemi tecnici rilevati sulle stalle mobili già realizzate, tra allagamenti, qualità dei materiali e inadeguatezza di alcune soluzioni, ma serve anche l’arrivo dei fondi annunciati per dare ossigeno alle imprese agricole strette fra danni, crollo della produzione e calo del mercato.