Stop della Soprintendenza allo stadio della Roma. Il verdetto il 3 marzo
Nuove tegole su Virginia Raggi che mettono a dura prova i suoi continui stop and go. Al centro del dibattito ancora una volta il contestato progetto dello stadio della Roma nella zona dell’ex ippodromo di Tor di Valle. Ora la palla passa alla Soprintendenza del Comune di Roma e lo staff tecnico della sindaca può tirare un sospiro di sollievo mentre per la Raggi si tratta di una nuova matassa da sbrogliare.
La Soprintendenza dice no allo Stadio della Roma
Dal Mibact arriva uno stop per lo stadio giallorosso anche se il giorno del giudizio sarà il prossimo 3 marzo quando, in sede di Conferenza dei servizi, sarà lo Stato a esprimersi con un parere unico che tenga conto di tutte le” sue articolazioni”. In una lettera, anticipata da alcuni quotidiani e inviata alla sindaca Raggi, la soprintendente Margherita Eichberg “dà comunicazione dell’avvio del procedimento di dichiarazione di interesse particolarmente importante del manufatto Ippodromo di Tor di Valle”. Nel documento si sottolinea la rilevanza architettonica della zona, in particolare della tribuna e si prescrive che l’area sia lasciata libera da nuove opere edilizie a eccezione dei manufatti già esistenti (si tratta di stalle di nessun impatto ambientale). Dunque nessuna nuova costruzione.
La Raggi tira un sospiro di sollievo
I beninformati fanno capire che la notizia dei vincoli è stata paradossalmente accolta con piacere dagli uffici della Raggi alle prese con il pressing dei privati, i costruttori, sul progetto dell’ecomostro (il gigantesco complesso di negozi e uffici che nascerebbe accanto all’impianto sportivo). Potrebbe essere un assit a Beppe Grillo, un modo per tornare all’originario no allo stadio della Roma pronunciato dai grillini in campagna elettorale e poi rimangiato dalla corrente favorevole allo stadio che si sarebbe accontentata di una sforbiciata alle cubature private. “Ci sono nuovi elementi che incidono sulla valutazione e la realizzazione del progetto che in queste settimane è oggetto di verifica da parte del Comune», ha detto la Raggi che ripete come un ritornello di volere che la Roma abbia uno stadio ma nel rispetto della legge. I privati però non restano a guardare e sono pronti allo scontro con la Soprintendenza con un ricorso al Tar e al Ministero.