Padre disperato alla Fedeli: prof molestava mia figlia in aula. Insegna ancora lì
Chissà se il ministro Fedeli risponderà alla drammatica lettera inviatole da un genitore disperato, la cui figlia ha subito le attenzioni morbose del professore, a lungo suo stalker e non solo in aula. Del resto, quest’uomo, una riposta efficace al male subito dalla giovanissima figlia non ‘lha ottenuta dalla giustizia, e così prova a sperare almeno nell’autorevole errata corrige di un esponente istituzionali. E quale referente più opportuno del titolare del dicastero dell’Istruzione che, in mancanza di titoli accademici, potrebbe voler dimostrare più e meglio di altri incisività e tempestività sul campo del suo mandato ministeriale? Per questo, armato di disperazione e rabbia, il genitore della sfortunata ragazza ha scritto al ministro Fedeli mettendo nero su bianco: «Sento il bisogno di rivolgermi a lei perché ho perso fiducia nell’istituzione che prima di tutte deve accogliere e tutelare i nostri ragazzi: la scuola», Comincia così la drammatica lettera aperta pubblicata oggi dal Corriere del Mezzogiorno che un genitore scrive al titolare dell’Istruzione per raccontare la vicenda che ha coinvolto la figlia, che, dice, «oggi è una quindicenne distrutta, svuotata, insicura».
La lettera di un padre affranto al ministro Fedeli
Del resto il percorso di tutela dei ragazzi in età scolare comincia proprio dal Ministero, la cui longa mano dovrebbe garantire agli studenti prima di tutto sicurezza: sicurezza emotiva soprattutto. E invece, al sicuro non lo era affatto la giovanissima vittima delle attenzioni ossessive e bieche del prof che, non contento di insidiare e umiliare la ragazza in aula davanti ai suoi compagni di classe nelle ore di lezione, a un certo punto ha addirittura preso a telefonarle e a importunarla anche di notte. «Tutto è cominciato nell’aprile del 2015 – racconta il papà nella missiva – quando un suo professore ha iniziato a molestarla e perseguitarla. L’ha isolata dai suoi amici. Ovviamente la ragazzina ha cominciato a non studiare, a dimenticare, lei, la più brava della classe. Non capivo il perché e me ne faccio una colpa. Questo dolore lo porto dentro. Una notte, erano le tre, sento lo squillo del cellulare della mia bambina. Alle 3 di notte? Approfitto che lei vada in bagno, prendo il telefono e scopro che è lui, il professore. Chiedo spiegazioni e a quel punto mia figlia crolla, tra le lacrime, mi racconta che sono mesi di persecuzione, che l’abbraccia e la bacia davanti a tutti»…
Il prof di mia figlia, uno stalker rimasto impunito…
Poi, mi dice la cosa peggiore di tutte: non te l’ho detto perché ho solo te, non ho più la mamma, se perdo anche te mi metteranno in orfanotrofio. Ho pensato di morire, in quel momento… Siamo andati dai carabinieri», che hanno «accertato che questa bestia in soli due mesi le ha fatto più di tremila telefonate, le ha inviato più di 600 messaggi», spiega ma «mentre il pm ha chiesto gli arresti domiciliari, il gip ha disposto soltanto il divieto di avvicinamento. E ancor più grave è il fatto che quell’uomo continua a insegnare nella stessa scuola», denuncia il genitore. «Sta lì, continua a insegnare ai nostri figli. Che razza di legge consente una cosa del genere? Di chi possiamo ancora fidarci?», aggiunge prima di concludere: «Mia figlia è sola in questa storia: non ha la mamma, non ha amici. Ha dovuto cambiare liceo e città. Lei… Lui invece no. Lo trova giusto?».