Nel 2016 gli italiani hanno speso ben 19 miliardi di euro al gioco

13 Feb 2017 19:10 - di Redazione

“La spesa degli italiani per il gioco è stata nel 2016 pari a circa 19 miliardi di euro, in termini di Pil è poco meno dell’uno per cento, e non a 96 miliardi di euro come qualcuno scrive confondendo la Raccolta, ovvero l’insieme delle puntate, con la Spesa, che si ottiene sottraendo dall’ammontare della Raccolta annua il totale delle vincite del periodo corrispondente. Sempre nel 2016, le vincite sono ammontate a circa 77 miliardi”. Lo precisa in una nota l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in risposta “alle inesattezze che caratterizzano talvolta i dati oggetto di commento relativi al gioco legale” e per “contribuire a meglio delineare, come è suo compito istituzionale, il quadro informativo in materia”. “La Spesa, in altri termini – spiegano i Monopoli – corrisponde a quanto la collettività dei giocatori perde nel periodo di riferimento. Un ammontare così elevato di vincite, la maggior parte di importo non elevato, tende a ripartirsi tra una moltitudine di vincitori. La Spesa, deve essere considerata per dimensionare in modo comprensibile l’incidenza della tassazione, anche quando le aliquote si riferiscono formalmente, come base imponibile, alla Raccolta”. Il primo esempio indicato da Adm è “il settore delle cosiddette VideoLottery, Vlt. Questo segmento dell’offerta di gioco è tassato al 5,5% sulla raccolta. Il tasso di vincita medio (pay out) nel settore è dell’88%. Ciò significa che, dedotte le vincite, per ogni 100 euro
giocati, solo 12 rimangono a disposizione per essere tassati; di talché una tassazione di 5,5 punti, porta via quasi la metà dell’ammontare tassabile (45,8% della spesa), restando il resto a disposizione della filiera commerciale”.

Gioco, presto disponibili i dati sulla ludopatia

Il secondo esempio “può riguardare le cosiddette Awp, le slot machines che si trovano anche in bar e tabaccherie. Per il settore delle Slot, la cui tassazione è stabilita al 17,5% della raccolta, la percentuale in vincite è pari al 70% e la tassazione effettiva risulta del 58,3% (17,5/30×100). Più in generale, oggi la tassazione complessiva del settore, pari a circa 10 miliardi di euro, supera il 52% della spesa (10/19 x100 miliardi)”. “Il ricavo complessivo della filiera commerciale, al netto delle imposte sul gioco – precisa dunque l’Agenzia Dogane e Monopoli – è pari a circa 9 miliardi. Non si tratta dei profitti ma dei ricavi. Per ottenere gli utili d’impresa dovranno sottrarsi i costi di gestione operativa e finanziaria. Sugli utili grava inoltre la tassazione diretta”. Infine, conclude la nota, “per quanto riguarda i dati relativi alla cosiddetta “ludopatia”, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha promosso, al fine di poter disporre di una fonte omogenea a livello nazionale, una ampia e approfondita iniziativa di ricerca comprendente, fra l’altro, una completa indagine epidemiologica. Sul tema esiste una importante collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Si confida di poter entrare in possesso dei risultati dell’indagine entro il corrente anno, contribuendo così a colmare il gap conoscitivo che ci separa da altri Paesi europei”.

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