Marine Le Pen a Beirut: “Il velo non lo metto”. Il Gran Mufti non la riceve

21 Feb 2017 11:15 - di Laura Ferrari

Marine Le Pen ha annullato oggi un incontro che aveva in programma con il Gran Mufti del Libano, rifiutandosi di indossare il velo come previsto dalle norme islamiche. In un comunicato, il servizio stampa del Gran Mufti Abdellatif Deriane ha reso noto che la delegazione della leader del Fn era stata informata in anticipo della necessità che la Le Pen si presentasse con il capo coperto, ma quando, prima di entrare nel suo ufficio a Beirut, le è stato porto il velo, lei ha rifiutato di indossarlo.

Marine Le Pen al Gran Mufti del Libano: “Non indosserò mai il velo”

«La più alta autorità sunnita del mondo non ha avuto questa esigenza, di conseguenza non ho alcuna ragione» di indossare il velo con il Gran Mufti libanese, ha detto la Le Pen, riferendosi all’incontro che aveva avuto nel maggio del 2015 al Cairo con l’Imam di Al Azhar, Ahmed al-Yabe. «Comunque non è grave, trasmettere al Gran Mufti la mia considerazione, ma io non metterò mai il velo», ha aggiunto. La candidata alle presidenziali francesi, secondo quanto riferito dal suo entourage, aveva comunicato al Gran Mufti che non avrebbe indossato il velo «e l’invito non era stato annullato».

Marine Le Pen nella sua due giorni in Libano per i cristiani d’Oriente

Marine Le Pen, da domenica sera in Libano, ha incontrato il presidente Michel Aoun con il quale ha parlato anche della crisi dei migranti e nel pomeriggio ha in programma l’incontro bilaterale con il premier Saad Hariri, il ministro degli Esteri Gibran Bassil e alcuni parlamentari francofoni. La leader del Front national, in controtendenza con le politiche del governo francese, aveva salutato con soddisfazione, lo scorso 31 ottobre scorso, l’elezione del cristiano maronita Aoun alla presidenza del Libano.  La visita della candidata all’Eliseo nasce l’obiettivo di fare un «gesto verso i cristiani d’Oriente.

Il precedente della Bonino in Iran: mise il velo senza protestare

Un precedente simile accade nel 2014 all’esponente radicale, paladina (in Italia) dei diritti delle donne, Emma Bonino. Accadde a Teheran: appena atterrata all’aeroporto da ministro degli Esteri, ricevette l’aut aut dalle autorità iraniane: «Signora Bonino, le diamo un quarto d’ora di tempo per coprirsi la testa altrimenti può dire al pilota dall’aereo di tornarsene a Roma». In quel caso la ministra degli Esteri chinò la testa e indossò il velo.

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