Legge elettorale in Aula il 27 febbraio. Berlusconi faccia sentire la sua voce

1 Feb 2017 12:53 - di Lando Chiarini

È rimasto l’unico Silvio Berlusconi a sostenere che quello attuale sia il momento più sbagliato per sottoporre l’Italia ad una sbornia elettorale. Tanto intempestiva quanto inutile, alla luce del probabilissimo stallo che uscirebbe dalle urne. A tal punto probabile che ad evitarlo non basterebbero neppure gli annunciati correttivi al mostriciattolo elettorale partorito dalla Consulta che l’aula di Montecitorio, per concorde decisione di  Pd, M5S, Lega e FdI, comincerà ad esaminare dal prossimo 27 febbraio.

Il voto anticipato serve solo a Renzi e a Grillo

A chi giova, dunque, questa folle corsa verso il voto? A Renzi certamente. L’ex-premier non ha alternative: o guida la campagna elettorale subito o è politicamente defunto. Senza elezioni, infatti, andrebbe incontro ad un uno-due micidiale: il referendum sul jobs act e il congresso. In entrambi i casi, rischia la sconfitta ad opera della sinistra interna. E giova anche anche a Grillo, che grazie all’estensione al Senato del meccanismo dei capilista bloccati, nomina lui i “portavoce dei cittadini” e nel contempo si libera del crescente dissenso interno. Alla faccia della lotta alla casta e ai privilegi, ovviamente. Non giova invece a Salvini e a Meloni, gli non angosciati da problemi di sopravvivenza politica nè da fuoco amico. La loro è una battaglia politica legata soprattutto alla necessità di liberarsi dal governo Gentiloni, il quarto distillato negli alambicchi del Quirinale.

Per Berlusconi il voto anticipato non serve all’Italia

Il problema è che in assenza di una legge elettorale capace di coniugare rappresentatività e governabilità non sarà neanche l’ultimo. Stando a quel che trapela, infatti, il mostriciattolo normativo che anche con il loro contributo il Parlamento si accingerebbe a licenziare continuerà ad espropriare ai cittadini il diritto-potere di scegliere i parlamentari senza neppure risarcirli con maggioranze stabili ed efficienti. Il danno e la beffa. Esattamente quel che serve a Renzi per restare a galleggiare nella palude dei giochini di Palazzo in attesa di tempi migliori. Purtroppo l’ha capito solo Berlusconi, l’unico a spillare saggezza. Come il buon vino dalla botte vecchia.

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