La dolce vita dell’albanese, evaso da Rebibbia, nella villetta sul lago di Como

11 Feb 2017 17:40 - di Redazione

Cibo, droga, bei vestiti, camere spaziose e parenti accanto a coccolarlo. La dolce vita dell’evaso si svolgeva in una villetta di tre piani a Luisago (Como), dove Mikel Hasanbelli detto ”Erion” (a sinistra nella foto), uno dei tre detenuti riusciti ad evadere dal carcere romano di Rebibbia lo scorso 27 ottobre, se la spassava tranquillamente, fino a ieri. Ad arrestarlo, a seguito di specifica attività d’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, gli agenti della Polizia di Stato della squadra mobile di Milano e Roma, e del Nic della Polizia Penitenziaria di Milano e Roma. Hasanbelli era latitante in quanto destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso il 9 novembre 2016 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano, dovendo scontare la pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per associazione per delinquere, traffico di sostanze stupefacenti e sfruttamento della prostituzione. Le indagini sono iniziate in seguito all’evasione di Hasanbelli la notte del 27 ottobre scorso, insieme ai connazionali Basho Tesi e Pere Ilir, dalla casa circondariale Rebibbia di Roma, durante la quale i tre albanesi, dopo aver segato le sbarre della finestra della loro cella, hanno raggiunto il muro di cinta, calandosi con delle lenzuola annodate.

La carriera criminale
dell’albanese Mikel Hasanbelli 

La parabola criminale di Hasanbelli inizia il 19 agosto 2000 quando il padre Aqif venne assassinato presso un ospedale di Tirana nell’ambito di una faida tra la famiglia Hasanbelli e la famiglia Noga. Nel 2002 ad Anversa (Belgio) Hasanbelli ed il fratello maggiore si vendicarono e uccisero uno degli esecutori dell’omicidio del padre, Julian Cela, ferendo gravemente un’altra persona. Per l’omicidio Hasanbelli è stato condannato nel 2009 all’ergastolo dal Tribunale di Fier, pena poi ridotta a 25 anni di reclusione col rito abbreviato. Nel corso degli anni è stato indagato diverse volte, sia dalla Guardia di Finanza che dalla Polizia di Stato e dai
Carabinieri, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione. Nel 2012 la Corte d’Appello del Tribunale di Valona ne conferma la condanna a 25 anni di reclusione. Al momento dell’arresto, Hasanbelli è stato trovato in possesso di una carta di identità e di una patente di guida romene, risultate contraffatte. Oltre ad Hasanbelli, all’interno dello stabile sono stati identificati alcuni parenti del latitante, tra cui il cugino che a seguito della perquisizione domiciliare della sua abitazione di Concagno (Co), è stato trovato in possesso di 1,100 kg di cocaina e 950 euro ritenuti di provenienza illecita. Con sé aveva anche una carta di identità e una patente di guida romene, risultate contraffatte. Nel 2014, mentre è detenuto in Albania nel carcere di Peqin, è stato raggiunto da mandato di cattura internazionale, a seguito del quale il Tribunale di Fier ha concesso all’Italia l’estradizione, che viene però sospesa in attesa dell’espiazione della pena inflittagli per i fatti di Anversa; nel luglio 2015 la Corte di Cassazione albanese ha accolto il ricorso dei suoi legali, rimandando il caso alla Corte d’Appello di Valona perché giudichi nuovamente su quei fatti. Il 4 agosto 2015 viene estradato dall’Albania in Italia e arrestato presso l’aeroporto di Fiumicino in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal locale Tribunale ordinario per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed allo sfruttamento della prostituzione. Lo stesso giorno viene portato alla Casa Circondariale ”Rebibbia” di Roma, da cui è evaso la notte del 27 ottobre 2016.

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