Contro Bergoglio non solo manifesti, anche un incontro segreto di Salvini in Vaticano
I manifesti anonimi contro Francesco, apparsi stamani in diversi quartieri della capitale, hanno sollevato l’immediata reazione sui social. Nella generale indignazione, c’è chi ha definito la cosa una “miseria umana”; chi ha parlato di “fascisti” o di “demoni in trasferta a Roma”. Per altri si è trattato di una “gran cafonata”. C’è chi ha detto la sua sulle espressioni in romanesco: “scritti in dialetto a sottolineare che anche la gente semplice la pensa così? Illusi! Forza #PapaFrancesco”.
Le indagini della Digos
Dunque il web dibatte, mentre gli investigatori della Digos sono al lavoro per identificare chi ha ordinato e affisso in vari quartieri della Capitale l’immagine del Pontefice con la scritta: “A France’, hai commissariato Congregazioni, rimosso sacerdoti, decapitato l’Ordine di Malta e i Francescani dell’Immacolata, ignorato cardinali… ma ‘ndo sta la tua misericordia?”. Padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica e grande amico di papa Francesco, parla di “strategie volgari e infantili”
Il murale a Borgo Pio
Non è tra l’altro la prima volta che papa Francesco appare sui muri di Roma. Fece scalpore, lo scorso ottobre, il murale a Borgo Pio dello street artist Mauro Pallotta che ritraeva il Papa mentre giocava a tris con il simbolo della pace e una guardia svizzera che faceva da «palo». L’opera venne prontamente cancellata alla squadra capitolina addetta al decoro urbano. Ma al contrario di questo manifesto, quell’opera era piaciuta anche a molti prelati.
Il partito anti-Bergoglio
Che esista un partito anti-Bergoglio nella Chiesa non è una novità. Che questa ostilità possa anche giungere a praticare la via della propaganda classica dei partiti e dei movimenti è un dato su cui riflettere. Negli ambienti cattolici tradizionalisti, in genere orientati a votare a destra, papa Francesco non è ben visto sia per la posizione sui migranti sia per le aperture a divorziati e omosessuali.
L’incontro tra Salvini e il cardinal Burke
Nella Curia queste posizione oltranziste sono rappresentate dal cardinale americano, Raymond Leo Burke, fautore della messa preconciliare. Il cardinal Burke è stato uno dei quattro firmatari della richiesta di chiarimenti dottrinali sul documento papale Amoris Laetitia, relativo alla famiglia. Un atto di quasi insubordinazione cui hanno preso parte altri tre cardinali – Walter Brandmuller, Carlo Caffarra, Joachim Meisner – formulando cinque “Dubia” (dubbi), che riguardano in particolare la comunione ai divorziati risposati. Burke, guarda caso, è molto vicino al Gran Maestro dell’Ordine di Malta, Fra Matthew Festing, che si è dimesso dopo un dissidio con il Papa.
E proprio con il cardinale Burke si è incontrato giovedì pomeriggio – come si legge sul Corriere – Matteo Salvini. I due sono accomunati dalla passione per Donald Trump, dall’ostilità verso l’Islam e, ovviamente, dall’antipatia per Bergoglio. “E’ stato un incontro riservato da cui sono uscito con tanta forza in più”, racconta Matteo Salvini. Nelle stesse ore il partito anti-Bergoglio ha deciso di uscire allo scoperto. Dopo le contestazioni cardinalizie – i Dubia – sono arrivati i manifesti?