Baggio, “un esempio in campo e fuori”: gli auguri di Totti (video)
“Un campione ed un esempio in campo e fuori. Auguri per i tuoi 50 anni Roberto!”. E’ il messaggio postato su facebook dal capitano della Roma, Francesco Totti, nel giorno in cui Roberto Baggio compie 50 anni. Totti ha anche pubblicato una foto che lo ritrae sorridente insieme al Divin Codino.
Baggio: compleanno ad Amatrice con i terremotati
Roberto Baggio ha deciso di trascorrere questa giornata speciale con le popolazioni colpite dal sisma della scorsa estate. Accompagnato dal presidente dell’Amatrice Calcio, Tito Capriccioli, Baggio ha incontrato i bambini del comune reatino e il sindaco Sergio Pirozzi. In serata, il Pallone d’Oro è atteso anche a Norcia. “E’ una grande emozione essere qui, da casa non si può capire minimamente cosa voglia dire essere in un posto che ha vissuto questa tragedia”, ha detto Baggio ai microfoni di Tele Radio Amatrice. “Sono voluto venire di persona e portare la mia famiglia – ha aggiunto- perché si rendessero conto da vicino di ciò che purtroppo tanta gente sta passando”.
La Juve: “Quanta bellezza sul terreno di gioco”
Intanto fioccano gli auguri a uno dei più grandi fantasisti che il nostro calcio abbia avuto. “Faccio i miei più sinceri auguri a Baggio che ci ha fatto vedere cose bellissime. E’ uno di quei calciatori che ti fa vedere come si fa, potrebbe essere un paladino del calcio, oltre alle belle giocate e gli splendidi gol non ha macchie. E’ puro”. Sono
le parole del tecnico della Roma, Luciano Spalletti. “Quanta bellezza sul terreno di gioco, quante emozioni. Auguri, Campione!”. E’ il messaggio postato su twitter dalla Juventus. Il club bianconero pubblica anche un video tutto da gustare con le prodezze del numero 10 nei suoi anni a Torino. Poi Montella, allenatore del Milan: “Baggio ha entusiasmato gli italiani per tanti anni, è uno dei pochi italiani ad aver vinto il Pallone d’Oro ed è una persona molto pulita. Gli faccio tanti auguri”.
La stagione a Firenze, gli infortuni
Protagonisti del mondo del calcio – allenatori, giocatori, ex compagni- festeggiano uno dei più grandi campioni di sempre, un numero 10 che con le sue magie è entrato nell’immaginario degli innamorati di calcio. La sua scalata all’olimpo del calcio inizia nella piccola Caldogno, il paesino in provincia di Vicenza dove nasce il 18 febbraio del 1967. All’età di 13 anni viene acquistato dal L.R.Vicenza per 500mila lire e dopo essersi messo in luce con la maglia biancorossa è la Fiorentina a mettere per prima di tutti gli occhi su di lui. I viola lo ingaggiano nel 1985, ma il suo trasferimento a Firenze rischia di saltare per un grave infortunio al ginocchio, il primo di una lunga serie, che lo costringe a un’assenza dai campi di oltre un anno. Il “calvario ” del ginocchio di Baggio con gli innumerevoli interventi subiti ha tenuto col fiato sospeso tutti i tifosi italiani al di là di ogni bandiera. Lo spirito di sacrificio e la capacità di soffrire, portando la “croce” di innumerevoli infortuni sullo stesso ginocchio rimangono esempi sbalorditivi Nonostante ciò, la Fiorentina continua a credere in lui. E viene ripagata alla grande. Con la maglia viola segna 39 gol e diventa un vero e proprio idolo dei tifosi. Nella stagione 1988-1999 forma con Stefano Borgonovo un tandem d’attacco particolarmente prolifico, passato alla storia come la ‘B2’.
E a Firenze si scatenò l’inferno…
L’anno seguente guida la sua Fiorentina fino alla finale della coppa Uefa, poi persa contro la Juventus. Poco dopo, il 18 maggio 1990, si consuma il suo divorzio da Firenze. Il presidente Pontello cede alle avance della Juve e Baggio viene ceduto per 18 miliardi di lire al club bianconero, una cifra record a quei tempi. A Firenze si scatena l’inferno, una vera e propria rivolta per le strade, la protesta arriva fino alleporte del ritiro degli azzurri a Coverciano. Ma il rapporto d’amore fra Baggio e Firenze non terminerà e nell’aprile del 1991 vivrà un nuovo capitolo. La Juventus perde a Firenze per 1-0 e Baggio, in maglia bianconera, si rifiuta di calciare il rigore contro la sua ex squadra. Uscendo dal campo, il Divin Codino saluta i suoi ex tifosi e raccoglie una sciarpa viola che gli è stata lanciata dagli spalti. Ma è proprio a Torino che Baggio
raggiunge l’apice della sua carriera, conquistando il suo primo scudetto, una coppa Italia e una coppa Uefa.
Il Pallone d’Oro nel 1993
Nel 1993 il numero 10 della Juve vince anche il Pallone d’Oro, il terzo italiano di sempre dopo Gianni Rivera e Paolo Rossi. Con la maglia dell’Italia si era già messo in luce nelle notti magiche di Italia ’90, ma è ai Mondiali in Usa del 1994 che Baggio fa sognare i tifosi azzurri, guidando la Nazionale di Sacchi fino alla finale contro il Brasile dopo averla salvata dall’eliminazione agli ottavi contro la Nigeria con un gol all’ultimo respiro e un altro su rigore ai supplementari. Ma è proprio contro la Selecao che si consuma un dramma sportivo mai dimenticato da Baggio: la partita si trascina ai rigori e il numero 10 dell’Italia spedisce il pallone oltre la traversa. Sfuma il sogno di alzare al cielo la coppa del mondo e per il fenomeno di Caldogno quel momento diventerà un incubo ricorrente.
Al Brescia con Carletto Mazzone
Superato lo shock, anche grazie all’aiuto della sua fede buddhista, Baggio continua a scrivere altre pagine di storia del calcio italiano suon di gol e prodezze. Vince un altro scudetto con il Milan, poi regala gioie ai tifosi di Bologna e Inter prima di chiudere la carriera con la maglia del Brescia di Carletto Mazzone: realizza ben 45 gol in 95 partite dopo essersi lasciato alle spalle l’ennesimo infortunio e, dopo avere ricevuto la standing ovation di San Siro in occasione dell’ultima partita il 16 maggio del 2004, il Brescia decide di ritirare la maglia numero 10. Chiusa la carriera, Baggio apre una breve parentesi alla guida del settore tecnico della Figc. Il mondo del pallone
però non si dimentica di lui e nel 2011 entra di diritto nella Hall of Fame del calcio italiano.