143 disertori sulla lista nera di Daesh: l’ordine è trovare e uccidere i fuggitivi
Braccati. Ricercati come traditori, messi all’indice come disertori. Ma, soprattutto, descritti come criminali comuni – che poi è quello che sono – per aver abbandonato la linea difensiva nel quadrante Ovest della città e – questo i miliziani dell’Isis non lo dicono, però è così – e fatto collassare la prima linea dei jihadisti agli ordini di al Baghdadi. Daesh ha stilato lista di 143 miliziani, ricercati per essere fuggiti dai campi di battaglia. Si uniscono ai leader disertori di camp Ghazlani, Abu Osama. La loro fuga, spiega il sito specializzato “Difesa & Sicurezza”, ha minato nella fondamente la struttura militare dei tagliagola in azione in Iraq.
Nella black list di Daesh 143 disertori
Una black list stilata dai vertici di Daesh in seguito alla fuga di massa registrata tra le fila dei suoi miliziani in diverse aree dove lo Stato Islamico non è riuscito a contenere la prima ondata dell’offensiva dell’operazione “Stiamo Arrivando Niniveh”. A seguito di ciò, dunque, si sono registrate le ennesime fughe di massa, che hanno fatto collassare definitivamente la prima linea e indotto a stilare la fatidica black list, già distribuita ai miliziani ancora militanti e diramata mediaticamente: l’ordine perentorio che accompagna l’elenco dei wanted è di arrestare i fuggitivi e portarli davanti ai leader del gruppo. Un ordine, quello che intima di catturare i jihadisti Isis fuggitivi, che si aggiunge a quello di uccidere Abu Osama. Anche il comandante Daesh, infatti, si era dato alla macchia. L’uomo era responsabile per lo Stato Islamico della più grande base dell’esercito iracheno nel nord del paese: camp Ghazlani, conquistata dall’Isis circa tre anni fa. A seguito dell’avanzata dell’offensiva nemica nella zona, però, Osama ha lasciato l’area insieme ai suoi uomini: nove di questi sono stati ritrovati e giustiziati dai vertici del Califfato. Ma altri sono ancora latitanti.
La loro fuga ha fatto crollare la prima linea
Il loro abbandono delle postazioni di combattimento ha determinato la caduta della struttura, in cui nelle scorse ore hanno fatto irruzione le forze irachene. Queste al momento stanno bonificando l’area dagli esplosivi disseminati dai miliziani e dalle ultime sacche di resistenza jihadiste. Nel frattempo, a Mosul proseguono le manovre per liberare definitivamente l’aeroporto internazionale. Una volta sicuro del tutto, questo permetterà di incrementare l’efficacia dell’operazione. Infatti, potranno essere trasportati assetti ed equipaggiamenti molto velocemente. Ciò darà una spinta decisiva all’operazione conclusiva per sconfiggere definitivamente Daesh. La formazione, peraltro, sta subendo duri colpi anche fuori dalla città, nella zona di Tal Afar, dove le milizie paramilitari sciite al-Hashdal-Shaabi (PMU) continuano ad avanzare, liberando ogni giorno nuovi villaggi. Inoltre, eliminano sistematicamente tutti i miliziani e i loro capi che non si danno alla fuga. L’ultimo in ordine di tempo è stato uno degli “emiri” della città. L’uomo era noto come Abu Dujana al-Tunsi e comandava il quadrante ovest, prima della resa.