L’allarme meningite, ecco una prova della bestialità della Sanità regionale
L’allarme meningite può mutare in psicosi. Perché Internet non aiuta. Può dirti cos’è la malattia, Internet, ma non come prevenirla o curarla. È perciò che molta gente è spiazzata. Ha paura. L’elenco quotidiano di nuovi casi è sciorinato dai media. Media che ci sguazzano dentro non tralasciando particolari e dolori: il dramma ha sempre più appeal di qualsiasi bella notizia. Internet risulta inutile e perciò ambulatori ospedalieri e infettivologi sono assaliti, intasati di gente e di richieste pressanti. Per la psicosi manca davvero poco. Si pretende il vaccino, ci si mette in fila per il vaccino, si attende ore per il vaccino, si ritorna il giorno dopo e quello dopo ancora per il vaccino. A casa Internet è inutile. Può solo accrescere le paure. La meningite del resto è una malattia subdola, invisibile: è dovuta all’infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello. Può portare alla morte oppure a postumi gravi come sordità, ritardo mentale, paralisi motorie, epilessia. Può essere provocata da batteri o da virus: la più pericolosa è quella batterica. Ovvio che tutti temano. Ovvio che la paura si impossessi di madri e padri e nonni. Ovvia la corsa al vaccino. Perché la meningite non si cura con un post su Facebook. Non è argomento o problema che si può risolvere coi social. Con un Twitter al massimo puoi sapere che sta accadendo, che c’è il contagio: nessuna cura può arrivare dal telefonino o dal computer. Neppure da quelli di ultima generazione. Chissà, magari questa presunta recrudescenza di meningite aiuterà tutti noi a ragionare meglio. Magari si crederà meno alle bislacche teorie anti vaccini che intasano la rete. Teorie senza base scientifica che tanti proseliti hanno fatto e tanti guai hanno già provocato. E magari si capirà pure che la Sanità regionale è una sciocchezza clamorosa. Soprattutto quando si dovrebbe e potrebbe approntare un piano sanitario nazionale di vaccinazioni obbligatorie come già una volta accadeva. Prima della bestialità della Sanità regionale. E prima dell’avvento di Internet. Chissà…