Genitori musulmani non volevano che la figlia nuotasse con i maschi: “bocciati”
La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha bocciato il ricorso di due genitori di Basilea che avevano rifiutato di lasciar partecipare le figlie musulmane alle lezioni obbligatorie miste di nuoto impartite agli scolari delle elementari. Secondo Strasburgo, le autorità svizzere non hanno violato la libertà di coscienza e di religione infliggendo ai due multe per 1400 franchi. Nella sentenza, la Corte afferma che le autorità cantonali devono «far prevalere l’obbligo per i bambini di seguire integralmente la scolarità. E il successo della loro integrazione sull’interesse privato dei genitori di vedere le loro figlie dispensate dai corsi di nuoto misti per motivi religiosi». I due genitori musulmani di Basilea, di origine turca ma naturalizzati svizzeri, si erano visti bocciare il loro ricorso nel marzo 2012 dal Tribunale federale. I giudici avevano confermato la sanzione inflitta dalle autorità nel luglio 2010 e approvata dal tribunale amministrativo cantonale nell’agosto 2011.
Il ricorso dei genitori musulmani
I genitori musulmani aveva motivato il suo veto nell’agosto 2008, quando le bambine avevano rispettivamente sette e nove anni, con la volontà di educare le figlie conformemente ai precetti del Corano. I corsi di nuoto misti, avevano osservato, sono inoltre incompatibili con il senso del pudore che desideravano inculcare alle figlie ancor prima della pubertà. Il Tribunale federale aveva respinto i loro argomenti e mantenuto la propria giurisprudenza al riguardo, stabilita tre anni prima, quando aveva sentenziato che l’obbligo di partecipare ai corsi di nuoto misti non costituisce una violazione inammissibile della libertà religiosa, nemmeno per le bambine di confessione musulmana.