L’Unità arruola i vincitori di X Factor: “Hanno trionfato alla faccia di Salvini” (VIDEO)

17 Dic 2016 10:24 - di Davide Ventola

Dopo la vittoria di X Factor 10, è battaglia politica sulla band di origine africana Soul System. Il gruppo vincitore del talent show di Sky è stato adottato dall’Unità, che ha inneggiato ai “neri di Verona” che hanno vinto “alla faccia dei razzisti”. E per essere ancora più chiari su chi siano i “razzisti”, il quotidiano del Pd è esplicito: I ragazzi di origine africana sono «nati e cresciuti nella roccaforte leghista tra Verona e Brescia». E ancora: la loro vittoria «è la prima buona notizia. Perché vuol dire che questo nostro Paese ha metabolizzato culture e melanina, più e meglio di quanto ci faccia credere Salvini».

La band vincitrice di X Factor è per quattro quinti nera

Ma chi sono i Soul System? Eccetto l’italianissimo Alberto, i componenti della band sono tutti figli di immigrati ghanesi. Provenienti dalla capitale Accra o dalla metropoli Kumasi, e sono cresciuti tra Verona e Brescia, come testimoniano i loro accenti. Il rapper Samuel, in arte Don Jiggy, è il solo a non avere la cittadinanza italiana. È tornato in Ghana a studiare ragioneria e a lavorare in banca. «Nel 1987 ero l’unico nero nel mio quartiere e a scuola, eppure quando sono tornato in Africa la gente mi vedeva come diverso: se la mia prima lingua è l’italiano perché non ho la cittadinanza?».

Per i vincitori di X Factor il “trattamento” Balotelli

È la stessa solfa cantata qualche anno fa per inneggiare alla “Generazione Balotelli”. Sul centravanti della nazionale si era costruita una campagna politica. Con la caduta in disgrazia e le varie disavventure personali di Balotelli quella campagna finì miseramente. Adesso tocca ai Soul System. La loro vittoria a X Factor 10 li incorona a nuovi eroi della sinistra. Una vittoria che ridà voce ai paladini dello Ius soli. Eppure sono gli stessi ragazzi della band che si dicono “apolitici” e che sul tema immigrazione dicono in conferenza stampa a Milano dopo la vittoria. “È giusto fare beneficenza e aiutare persone in difficoltà, ma forse non si possono accogliere tutti i migranti”, dice David. Per dirla alla maniera dell’Unità: alla faccia dei buonisti.

 

 

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