Frosinone, spettacolare blitz antidroga, 50 arresti: ecco le immagini

7 Dic 2016 13:36 - di Adriana De Conto

La Polizia di Stato e la Compagnia Carabinieri di Frosinone, con l´impiego di 350 uomini, unità cinofile antidroga ed elicotteri, hanno condotto una vasta operazione antidroga per l´esecuzione di decine misure cautelari. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile e dei Carabinieri hanno permesso di smantellare un organizzazione che aveva costituito la sua base logistica ed operativa all´interno di un noto complesso di edilizia residenziale pubblica, comunemente noto proprio con il nome di “casermone”. L’operazione, denominata ‘Fireworks’, prende il nome dall’uso dell’organizzazione di ‘reclamizzare’ la vendita dello stupefacente attraverso l’accensione dei fuochi pirotecnici, visibili a distanza, per segnalare la disponibilità di droga. 

Blitz antidroga: ecco come agiva la banda

Cinquanta gli arrestati ecentinaia le misure cautelari. Altri appartenenti alla banda avevano il compito di “accogliere” gli acquirenti, per indirizzarli verso il punto vendita, conosciuto da tutti come “finestrella”; questo perché lo scambio droga/soldi avveniva attraverso una fessura, realizzata nel vetro blindato di una piccola finestra, situata al pian terreno della tromba delle scale, monopolizzata dal gruppo criminale. Vi erano dei “capi turno” addetti a sovrintendere alla piazza di spaccio e altre persone incaricate di custodire lo stupefacente e preparare le dosi per la vendita. Il supermarket della droga era aperto 24 ore al giorno, ogni giorno della settimana, scanditi in veri e propri turni lavorativi permettendo di realizzare guadagni che raggiungevano anche cifre di 40 mila euro al giorno. Durante le varie perquisizioni dei poliziotti sono stati sequestrati diversi “fogli di servizio”, con la programmazione dei turni settimanali, le sigle indicanti i ruoli e compiti ed i nomi dei complici incaricati di svolgere le mansioni programmate. Il ruolo operativo più delicato era riservato a chi si posizionava dietro il portone blindato, come addetto alle compravendite e che custodiva la “cassa” giornaliera, consistente in un borsello con all’interno le dosi di cocaina, hashish e marijuana pronte per lo spaccio, i soldi frutto delle cessioni e la contabilità delle vendite. La banda osservava regole scritte: in caso di violazione scattavano sanzioni disciplinari, che andavano dalle semplici multe, con decurtazione dello “stipendio”, alla sospensione temporanea dal “servizio”, fino alla sanzione più grave consistente nell’espulsione. 

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