Berlino, duemila luci nella notte: così Sulmona ha ricordato Fabrizia

23 Dic 2016 12:02 - di Gigliola Bardi
fiaccolata fabrizia

Un ricordo composto, partecipato, commosso. Sulmona ha voluto omaggiare così la memoria di Fabrizia Di Lorenzo, la ragazza di 31 anni rimasta uccisa nell’attentato di Berlino. Oltre duemila persone vi hanno preso parte, dando vita a una fiaccolata silenziosa che ha attraversato le strade della città, dal centro storico al monumento ai caduti di tutte le guerre.

«Fabrizia, una stella che brilla nel cielo»

Una volta giunto a destinazione, il corteo è stato guidato nella riflessione dal vescovo Angelo Spina. «Fabrizia – ha sottolineato – è una stella che brilla nel cielo, una cometa che lascia una scia luminosa e dice a tutti noi che bisogna costruire ponti di pace, ritrovare la solidarietà e la nostra umanità». Un messaggio che è entrato dritto nei cuori di tutti i presenti. Intrecciando parole sommesse, prima che il corteo silenzioso prendesse le mosse, alcuni cittadini hanno ricordato Fabrizia per come la conoscevano: una ragazza semplice ma ricca di valori, di ideali, da sempre impegnata negli studi, nel lavoro ma anche nel campo sociale.

“Frizzina” nel ricordo di chi la conosceva

Prima di conseguire la laurea in Relazioni internazionali e poi decidere di lavorare nella capitale tedesca, Fabrizia era stata impegnata come volontaria della Croce Rossa. Ma ancor prima degli studi universitari era anche tra le ragazze più vicine alle attività del suo quartiere, la frazione di Arabona e della sua parrocchia. Allegra e cordiale era chiamata “Frizzina”, proprio per il suo carattere frizzante, vivo, capace di un sorriso per tutti. Fin qui i primi ricordi. Poi l’avvio della marcia silenziosa. Mentre il corteo attraversava il corso spuntavano ovunque lumini lasciati accanto all’ingresso di abitazioni e negozi. Poi l’arrivo nella piazza Tresca, fino al monumento ai caduti. Ai piedi del monumento i sulmonesi hanno deposto i loro lumini, lasciando un’ultima riflessione silenziosa per Fabrizia. Quindi il ritorno a casa, in cammino sotto le luminarie spente di un Natale sottotono alle porte.

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