Trump tiene in scacco i “santoni” mondiali del clima riuniti a Marrakech

19 Nov 2016 9:54 - di Monica Pucci

Definire entro il dicembre 2018 il regolamento di attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima, con il monitoraggio degli impegni presi da ciascun paese e l’istituzione del Fondo Verde per aiutare i paesi in via di sviluppo. Si è chiusa stanotte con questa decisione la Conferenza Onu sul clima di Marrakech, la Cop22. Era la prima Conferenza dopo lo storico Accordo del dicembre scorso, che per la prima volta ha unito tutti i Paesi del mondo nello sforzo per combattere il riscaldamento globale, dovuto alle emissioni di gas serra da parte dell’uomo. A Parigi 196 paesi avevano deciso di mantenere il riscaldamento entro 2 gradi dai livelli pre-industriali, se possibile entro 1,5 gradi. La Cop di Marrakech doveva cominciare ad attuare questo accordo.

Ma più che provvedimenti concreti, ha finito per fissare le procedure e il piano di lavoro per definirli. Il regolamento da approvare entro il 2018 dovrà stabilire in quale modo i paesi monitoreranno i loro impegni per il taglio dei gas serra (Nationally Determined Contributions), presi a Parigi l’anno scorso. Impegni che sono già stati definiti insufficienti per raggiungere l’obiettivo dei 2 gradi dall’Agenzia dell’Onu per l’ambiente, l’Unep. Il testo finale ha anche richiesto agli Stati ricchi di continuare a lavorare per istituire entro il 2020 il Green Climate Fund, deciso a Parigi con una previsione di 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i paesi in via di sviluppo nella lotta al riscaldamento globale. Il Fondo è il tema più spinoso del negoziato, e infatti il documento conclusivo rinvia ancora il suo avvio. I Paesi donatori vogliono controllare come vengono spesi i loro soldi dai paesi poveri, questi ultimi non vogliono interferenze esterne nelle loro politiche. Per tutta la Conferenza il convitato di pietra è stato il presidente americano eletto Donald Trump, che in campagna elettorale ha detto che il riscaldamento globale è una bufala inventata dai cinesi per danneggiare la competitività dell’economia americana. Trump ha minacciato di portare fuori il suo paese dall’Accordo di Parigi. Per tutta risposta, giovedì i partecipanti alla Cop22 (compresi gli Usa dell’amministrazione Obama) hanno diffuso la Dichiarazione di Marrakech in cui definiscono l’Accordo di Parigi “irreversibile”.

Il ministro degli Esteri marocchino e presidente della Conferenza, Salaheddine Mezouar, alla conferenza stampa di chiusura ha rivolto un appello proprio a Trump: «Noi contiamo sul suo pragmatismo, così come sul suo impegno verso lo spirito della comunità internazionale, in una lotta immane per il nostro futuro, per il pianeta, per l’umanità e la dignità di milioni di persone. È per quello che il nostro pianeta sarà domani, e per quello che noi ci lasceremo dietro». Anche il premier delle Isole Fiji, Frank Bainimarama, alla guida di un arcipelago del Sud Pacifico che rischia di finire sommerso per lo scioglimento dei ghiacci polari, da Marrakech ha invitato Trump a visitare il suo Paese, “per vedere gli effetti delle tempeste sempre più forti e dell’innalzamento del livello del mare».

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