Padova, cade la giunta Bitonci: 17 consiglieri sfiduciano il sindaco

12 Nov 2016 10:12 - di Fortunata Cerri

È caduta la giunta comunale di Padova, guidata dal sindaco leghista Massimo Bitonci. Venerdì sera  sono arrivate le dimissioni presentate da 17 dei 32 consiglieri di Palazzo Moroni, che hanno così certificato la sfiducia al sindaco. Davanti a un notaio si sono presentati per sottoscrivere l’atto formale i consiglieri di Pd, M5S, Forza Italia, Padova 2020, e altri che dai gruppi della maggioranza erano già passati al gruppo misto. L’epilogo è arrivato al termine di un lungo scontro interno alla maggioranza. Ora vi sarà la nomina di un commissario prefettizio che traghetterà l’amministrazione fino alle nuove elezioni in primavera.

Cade la giunta Bitonci

Come si legge su Padovaoggi.it  la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo scontro tra l’assessore alla Sicurezza, Maurizio Saia e la polizia locale. Una frattura che sembrava recuperabile. Lo stesso sindaco aveva parlato di «dissapori normali in una grande famiglia». «Vedremo se riusciremo a trovare una soluzione perché non ci siano tensioni all’interno della polizia – aveva detto il sindaco leghista, Massimo Bitonci – il lavoro che farò è quello di far conciliare le parti». Venerdì sera era intervenuto in extremis anche il leader della Lega Matteo Salvini. Ma con le dimissioni di diciassette consiglieri la situazione è precipitata.

Le reazioni

«Ora liberi tutti e per coerenza gli assessori regionali di FI diano le dimissioni». Lo ha detto Toni Da Re, segretario veneto del Carroccio che ha puntato l’indice sul fallimento della giunta del sindaco Massimo Bitonci a causa delle decisioni «prese agli alti livelli». Per Da Re non ci sono mezze misure e dà il «rompete le righe» agli uomini del Carroccio. “Il via libera ad abbandonare Fi in tutte le amministrazioni del Veneto” dice Da Re con corse solitarie per le prossime amministrative «a Verona e Belluno…». Unica città a salvarsi dalla battaglia è Venezia «lì – dice Da Re – Lega e FI sono sì assieme ma il sindaco Luigi Brignaro con la sua civica è persona autonoma e non chiederemo nulla ai nostri». Per il presidente del Veneto, Luca Zaia si tratta di «una brutta pagina di storia, perché non esistono giustificazioni per chi, dalla maggioranza, si dimette per mandare a casa il suo sindaco. Abbiamo già i motori accesi per Verona – ha sottolineato – Ora li useremo anche per riportare Bitonci a fare il sindaco di Padova». Niccolò Ghedini aveva già definito ieri un «grave errore politico sfiduciare Bitonci. Al di là di ogni contrapposizione, delle ragioni o dei torti, questo è il momento dell’unità del centrodestra per affrontare tutti insieme la battaglia del no al referendum».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *