Omicidio Fortuna, la Corte non ascolterà le due bambine testimoni

8 Nov 2016 13:25 - di Redazione

Non saranno riascoltate le due bambine testimoni di accusa al processo per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni precipitata dall’ottavo piano di un palazzo al Parco verde di Caivano in provincia di Napoli il 24 giugno 2014. Lo ha deciso la quinta sezione della Corte di Assise di Napoli presieduta da Alfonso Barbarano che ha respinto la richiesta avanzata dalla difesa dell’imputato dell’omicidio, Raimondo Caputo, detto Titò. La Corte ha comunque precisato che le bambine, le cui dichiarazioni vennero raccolte nell’ambito di un incidente probatorio, potrebbero venire riascoltate solo qualora emergesse questa necessità all’esito dell’istruttoria dibattimentale.

Fortuna, i famigliari si costituiscono parte civile

La Corte ha stabilito anche che non potranno essere effettuate riprese televisive dirante il processo e che verrà disposto il dibattimento a porte chiuse nelle udienze in cui saranno trattati i casi di abusi sessuali su minori. Il prossimo 16 novembre, alla riapertura del processo sull’omicidio della piccola Fortuna, verranno interrogati come testimoni anche lcuni investigatori che hanno svolto le indagini. Le udienze si terranno tutti i mercoledì dopo mezzogiorno. Nell’aula della Corte d’Assise di Napoli dove è cominciato oggi il processo per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo erano presenti anche la madre, Imma Guardato, e il suo ex compagno, padre di Fortuna, Pietro Loffredo. Entrambi si sono costituiti parte civile assistiti rispettivamente dagli avvocati Gennaro Razzino e Angelo Pisani. La Guardato, parlando con i giornalisti, ha ribadito: «Chiedo la verità su quanto accaduto, sono sicura che esiste un’altra verità rispetto a quella emersa dall’inchiesta». Pietro Loffredo è invece convinto che il responsabile del delitto non sia l’imputato, Raimondo Caputo, ma un’altra persona non coinvolta finora nelle indagini e che a riferire tale circostanza vi sarebbero anche alcuni testimoni. Al processo, oltre a Caputo, è imputata anche la sua ex compagna, Marianna Fabozzi, che risponde però del solo reato di concorso negli abusi sessuali che il suo ex compagno Titò avrebbe compiuto su una figlia della coppia.

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