Egitto, sequestrati due pescherecci italiani di Mazara del Vallo

10 Nov 2016 9:22 - di Redazione

Due pescherecci italiani sono stati sequestrati nella notte nel Mediterraneo e sono stati fatti attraccare al porto di Alessandria in Egitto. L’ambasciata italiana al Cairo sta seguendo il caso con un proprio rappresentante giunto ad Alessandria. I pescherecci sequestrati, “Ghibli I” e “Giulia Pg” sono della marineria di Mazara del Vallo (Tp). In ogni natante vi sarebbero 7 persone di equipaggio (4 italiani e tre tunisini). I due pescherecci furono protagonisti, nel 2008, di un difficile salvataggio di 650 migranti che erano su due barconi a largo di Lampedusa sul mare in burrasca.

«Il sequestro dei due pescherecci mazaresi è avvenuto intorno alle 22 di ieri sera a circa 28 miglia dalle coste egiziane, quindi in acque internazionali», spiega Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto produttivo della pesca e della crescita blu, del quale fanno parte il Ghibli I e il Giulia PG, i cui comandanti a bordo sono rispettivamente Faro Licavoli e Michele Gennaro, mentre gli armatori sono per il primo una società che fa capo a Luciano Giacalone e per il secondo Domenico Asaro. «Gli equipaggi – prosegue Tumbiolo – pescavano con le reti a una profondità di circa 600 metri quando hanno avuto intimato l’alt da parte della marina militare egiziana. Alcuni uomini sono saliti a bordo e hanno indotto i pescherecci a fare rotta verso Alessandria D’Egitto dove sono giunti intorno alle 4,30. Per un veloce rilascio abbiamo già attivato la filiera istituzionale con l’assessore regionale Antonello Cracolici, il sottosegretario agli Affari esteri Vincenzo Amendola e l’ambasciatore italiano al Cairo Giampaolo Cantini che ha già raggiunto Alessandria D’Egitto. Inoltre siamo in contatto con autorità egiziane con cui i rapporti sono eccellenti». Il Ghibli I era già stato sequestrato dagli egiziani circa quattro anni fa. Allora il peschereccio mazarese era con altri tre pescherecci e tutti subirono un sequestro lampo. Il Giulia PG fu sequestrato, insieme con il Daniela L., nell’ottobre 2013 dai miliziani di Bengasi che li avevano bloccato a circa 40 miglia al largo delle coste cirenaiche. Per il rilascio l’armatore ha dovuto affrontare due processi e pagare un riscatto. Il Daniela L. è ancora sotto sequestro da parte dei libici.

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