Raggi scatenata: dai funerali di Fo al “buen retiro” con la giunta che zoppica
Dai funerali di Dario Fo a Milano al buen retiro nella campagna viterbese. Virginia Raggi non si fa mancare nulla: dopo l’omaggio al premio Nobel nume ispiratore del movimento grillino («era una persone entusiasta della vita», dice), la sindaca correrà a Roma per la marcia in ricordo della deportazione degli ebrei romani del ’43 e poi si sposterà fuori dal Raccordo anulare per raggiungere i suoi in un agriturismo segreto, dove la sgangherata giunta capitolina trascorrerà il week end, tra tavolate, pallidi soli e un po’ di politica.
La Raggi e il buen retiro in campagna
Un fine settimana agreste per fare squadra: è questo l’obiettivo dell’incontro all’insegna del team building con tanto di esperti del settore. Una due giorni “fuori dal Gra”, come spiegano dall’entourage della Raggi, per mettere a fuoco la strategia e fare pace con l’establishment grillino. L’incontro, nella campagna viterbese, era fissato da luglio – spiegano dallo staff della sindaca – ed è slittato per evidenti ragioni di opportunità. Dopo settimane di gaffe, polemiche, forfait degli assessori, ora la Raggi tenta la missione impossibile: consolidare i rapporti tra consiglieri grillini e assessori e, perché no, approfondire alcuni temi di governo della città fuori dalle stanze capitoline. A partire dal bilancio, croce e delizia di tutti i sindaci. L’assillo dei conti che non tornano e il bisogno di fare squadra dopo il pessimo esordio hanno spinto la sindaca naif a provare la strada del seminario laico. Sulla testa della Raggi pesa come una mannaia il buco di 400 milioni di euro sul bilancio di previsione, i tagli contenuti nel piano di rientro imposto dal governo con l’ultimo “Salvaroma” dell’amministrazione precedente. Anche l’ex sindaco Ignazio Marino, due mesi dopo l’elezione, portò tutta la sua maggioranza in ritiro a Tivoli per cementare il gruppo. E non portò male.