Morta in un gioco erotico: confermata la condanna a soli 3 anni per l’ingegnere
È stata confermata dalla Cassazione la condanna a tre anni di reclusione – pena ridotta in appello rispetto a quella di quattro anni e otto mesi emessa in primo grado con rito abbreviato – per l’ingegnere Soter Mulè, 48 anni, accusato di avere avuto responsabilità nella morte di una ragazza di 23 anni, avvenuta la notte tra il 9 e il 10 settembre 2011 durante un gioco erotico molto pericoloso svoltosi nel garage di un palazzo di via di Settebagni, a Roma.
Quel gioco erotico pericoloso e il consenso della vittima
I supremi giudici hanno infatti respinto il ricorso del Pg di Roma e dei familiari della vittima rimasta soffocata nel gioco erotico che chiedevano il ripristino della condanna più severa. La riduzione della pena era stata decisa perché i magistrati avevano constatato che la seconda ragazza rimasta coinvolta nel “bondage” – forma di sesso estremo con nodi e corde mediante le quali le due ragazze erano state legate – non aveva presentato querela nonostante fosse finita in coma. Per questo la Corte d’assise d’appello di Roma, nel maggio 2015, aveva detratto dall’originaria condanna pronunciata dal gup nel 2013 la “porzione” di un anno e otto mesi riferita al delitto di lesioni colpose nei confronti della ragazza sopravissuta al gioco erotico. Le due giovani erano consenzienti. Il 10 settembre 2011, Soter fu arrestato dalla polizia con l’ accusa di omicidio, due giorni dopo fu affidato ai domiciliari e poi tornò in libertà per scadenza dei termini massimi di custodia. È stato accusato di omicidio colposo per aver partecipato come voyeur all pratica dello shibari – una sorta di bondage giapponese – finito in tragedia: la ragazza morta rimase soffocata dal cappio che aveva intorno al collo, mentre l’altra giovane riuscì a cavarsela dopo qualche giorno in ospedale. Mulè, quando si accorse di quello che stava accadendo, prestò i primi soccorsi e chiamò l’ambulanza.