Solita Boldrini, l’Italia perde l’oro olimpico e lei elogia l’atleta sconfitta

11 Ago 2016 15:48 - di Giacomo Fabi

E ti pareva che Laura Boldrini non sfruttasse l’occasione per ritagliarsi il suo momento di gloria alle Olimipadi di Rio de Janeiro. Oddio, non è che il medagliere azzurro, di gloria, tracimi: al momento gli ori sono solo tre, e se tra questi non troviamo quello del fioretto individuale femminile, specialità a lungo dominata dalle italiane, è solo perché Elisa Di Francisca, trionfatrice a Londra, è stata questa volta costretta ad arrendersi in finale alla russa Inna Deriglazovaha. La Di Francisca è marchigiana come la presidente della Camera. E questa circostanza, oltre al genere femminile e alla bandiera dell’Ue sventolata sul podio in omaggio alle vittime francesi e belghe dell’Isis, ha finito per rendere irresistibile agli occhi della Boldrini la tentazione di ammannire il pistolotto quotidiano in forma di tweet. 

Il tweet della Boldrini

Eccolo: «Grazie Elisa Di Francisca per argento a Rio2016 e per aver portato dalle Marche al podio la bandiera dell’Ue. Uniti siamo più forti anche contro l’Isis», ha scritto la Boldrini. Ci voleva. Ora ci sentiamo davvero tutti più forti e di sicuro più protetti rispetto al terrorismo islamista. Non solo noi, ma anche quella dozzina di soldati italiani impegnati nella Sirte ad addestrare le truppe del governo libico. Resta solo da chiedersi perché in fondo siamo sempre e solo noi italiani a sventolare bandiere altrui (sì, d’accordo l’Europa siamo anche noi ma alle Olimpiadi si gareggia per la propria nazione). Ci sbaglieremo, ma difficilmente un campione francese, inglese o tedesco avrebbe avuto la stessa sensibilità della Di Francisca. Forse non ce ne rendiamo conto, ma in fondo risultiamo estremamente posticci in questa nostra ansia da superamento dell’ideale nazionale, di cui la Boldrini è divenuta aspostola incontrastata e suprema officiante, come dimostra il balzo felino con cui è saltata sul gesto della nostra schermitrice. Fossimo stati al suo posto, avremmo trovato anche il tempo, il modo e le parole per esprimere un minimo di rammarico per l’oro olimipico perduto in una specialità in cui siamo stati egemoni per vent’anni. Forse non saremmo apparsi “politicamente corretti”, ma saremmo stati certamente più veri.

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