Il racconto della poliziotta che ha salvato il bimbo: «Momenti terribili»

17 Ago 2016 9:36 - di Paolo Sturaro

Minuti interminabili, il cuore in gola. «Non sono un’eroina, ho fatto solo il mio dovere. Anzi ho il rammarico di non aver potuto restituire vivo il padre a quel bambino». Non si dà pace Lucia Scarpello, 40 anni, poliziotta in servizio a Palermo, che ha soccorso un bambino di 12 anni e un giovane di 25 che stavano annegando a Scoglitti, sul litorale ragusano. La donna non è riuscita invece a trarre in salvo il papà del bambino, un tunisino di 49 anni, che si era lanciato in mare dopo avere visto il figlio in difficoltà.

Il racconto della poliziotta: il dramma del papà…

«Ero scesa in spiaggia – racconta la poliziotta – giusto per una passeggiata, considerato che le condizioni del mare non erano buone e quindi avevo rinunciato al classico bagno. Ad un certo punto ho sentito gridare “aiuto” da un bambino in spiaggia che cercava di attirare l’attenzione dei bagnanti. Ho subito realizzato che non si trattava di uno scherzo, sono corsa e il bimbo mi ha indicato il fratellino più grande che stava annegando. Nonostante non sia una nuotatrice e abbia avuto una brutta esperienza col mare mi sono tuffata. Ho recuperato il bambino che era già semicosciente per aver bevuto parecchia acqua e l’ho riportato a riva, l’ho rianimato e appena si è ripreso mi ha sussurrato con un filo di voce: “Ora salva mio padre”. Solo a quel punto – dice la poliziotta – ho realizzato che in acqua c’erano altre due persone in difficoltà. Ma da sola non avrei potuto farcela, così ho organizzato una catena umana con altri bagnanti per raggiungere i due in mare. Il padre del bambino purtroppo era già privo di sensi e nonostante abbia provato a rianimarlo per più di 40 minuti non sono riuscita a salvarlo. Sono rimasta sino a tarda sera ad accudire i figli della vittima, in attesa che arrivasse da Vittoria la madre per il riconoscimento del marito. È stata un’esperienza drammatica».

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