Arciere “cicciottelle” a Rio: per questo titolo sospeso il direttore di Qs

9 Ago 2016 13:13 - di Guido Liberati

L’editore Andrea Riffeser Monti ha deciso di sollevare dall’incarico «con effetto immediato» Giuseppe Tassi, direttore del Qs Quotidiano Sportivo, per il titolo comparso sulle proprie testate che definiva «trio delle cicciottelle» le arciere azzurre Guendalina Sartori, Lucilla Boari e Claudia Mandia, che hanno concluso la gara a squadre ai Giochi Olimpici di Rio con il quarto posto. L’editore Riffeser Monti «si scusa con le atlete olimpiche del tiro con l’arco e con i lettori del Qs Quotidiano Sportivo, per il titolo comparso sulle proprie testate relativo alla bellissima finale per il bronzo persa con Taipei” come comunica una nota del direttore personale e organizzazione della Poligrafici Editoriale S.p.a. e per questo ha deciso «di sollevare dall’incarico, con effetto immediato, il Direttore del QS Giuseppe Tassi». La decisione fa seguito alle proteste sui social e alla lettera del presidente della Federazione Italiana Tiro con l’Arco, Mario Scarzella, al direttore de Il Resto del Carlino Giuseppe Tassi. «Dopo le lacrime che queste ragazze hanno versato per tutta la notte, questa mattina, invece di trovare il sostegno della stampa italiana per un’impresa sfiorata, hanno dovuto subire anche questa umiliazione» aveva scritto Scarzella.

La difesa: “Cicciottelle non voleva essere derisorio”

Le azzurre (Guendalina Sartori, Claudia Mandia e Lucilla Boari) erano state sconfitte da Taipei per 5-3 nella finale per il terzo e quarto posto. Tassi, subito dopo la pioggia di proteste arrivate al giornale, aveva scritto una breve nota di scuse: «Mi rivolgo ai lettori che hanno commentato il titolo riportato da Qs “Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico”, uscito nella prima edizione e poi ribattuto con un più cronachistico “Le azzurre si fermano sul puù bello”. Mi scuso se quel titolo ha urtato la sensibilità di alcuni nostri lettori ma l’intento di partenza non era né derisorio né discriminante». Una nota di scuse che non gli è bastata per evitare il drastico provvedimento dell’editore Rifesser Monti.

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