Vendola debutta con il figlio su “Diva e donna” e già pensa a una sorellina
Nichi Vendola, dopo aver sborsato decine di migliaia di euro per ottenere negli Stati Uniti un figlio tramite maternità surrogata (in un clima di grandissime polemiche soprattutto in Italia), aveva giurato che il piccolo Tobia, nato il 27 febbraio a Sacramento da una donna che l’ha poi consegnato a lui e al suo compagno, non sarebbe diventato il testimonial di alcuna battaglia per i diritti civili. “Ed e io vogliamo solo vivere in pace, non permetteremo che il corpo di nostro figlio diventi una bandiera”, aveva dichiarato.
Ma la coppia di “mammi” o di papà, che dir si voglia, appena rientrata in Italia, ha prima affidato al “Corriere della Sera” un dettagliato racconto del suo soggiorno in una masseria della Puglia col pupo e le nonne, poi s’è fatto fotografare (e tutto sembrano tranne che foto rubate) dal settimanale di gossip “Diva e donna“, che lo ha piazzato in prima pagina con Tobia in braccio.
Tobia, le nonne e le coccole di Nichi
“Per star lontani dai paparazzi, evitare la folla dei curiosi e dei morbosi e viversi in pace questi primi giorni italiani di pura felicità, Nichi Vendola, il compagno canadese Ed Testa e il loro figlioletto Tobia Antonio, nato il 27 febbraio di quest’anno a Sacramento, California, grazie alla tecnica della maternità surrogata, hanno scelto di stare in un bel residence posto sui primi leggeri declivi della Murgia, a 400 metri di altezza, con sette palme e una piscina in giardino, circondati solo dall’amore di amici e parenti….”, si legge sul Corriere, che racconta: “La zia Rosaria martedì gli ha grattugiato la prima fettina di mela, e mentre papà Nichi lo imboccava col cucchiaino…”. Ma lo scoop arriva dopo: “‘Ora per Tobia ci vorrebbe una sorellina. Ha detto così Nichi — racconta il fratello Vincenzo — e non sembrava per nulla una battuta detta a caso. C’era dentro amore, tanto amore, ancora da dare…”.
Vendola e l’amara ironia di Selvaggia Lucarelli
Facile, per Selvaggia Lucarelli, opinionista del Fatto, riassumere questa vicenda in un articolo che si chiude con questa amara considerazione: “Insomma, qui il problema non è che Tobia abbia due padri, ma che al momento non ne abbia uno di buon senso. Uno che capisca quanto triste e strumentale appaia questa esposizione mediatica di un bambino il cui unico diritto – insindacabile e valido tanto qui quanto in California – è quello di stare lontano dai riflettori. Non quello di accenderne uno sulla fronte di papà Nichi…”. Come darle torto?