È morto il poeta Valentino Zeichen, uno smisurato amore per la libertà
È morto a Roma alla clinica Santa Lucia, dove stava facendo la riabilitazione dopo un malore, il poeta Valentino Zeichen. Aveva 78 anni, era nato a Fiume nel 1938. Gli era stata conferita da pochissimo tempo la Legge Bacchelli, dopo l’ictus che l’aveva colpito. Il primo libro di versi Area di rigore, è del 1974, l’ultimo libro uscito, un romanzo, La sumera, del 2015. Zeichen era una delle voci più rilevanti nel panorama letterario italiano. «La cosa che in fondo ho amato di più è stata la libertà» diceva. Da tempo in precarie condizioni di salute, viveva in una baracca sulla via Flaminia a Roma. Lo scorso maggio aveva appunto ottenuto, senza che lo avesse mai chiesto personalmente, il vitalizio della Legge Bacchelli, sollecitato da un appello di amici, da Luigi Manconi a Giuseppe Conte. Influenzato da autori surrealisti come André Breton e Jacques Prévert, aveva un timbro inconfondibile e originale, Alla raccolta Area di rigore a cui erano seguite, tra le altre Ricreazione, Pagine di gloria, Museo interiore, caratterizzate da versi dove l’ironia disincantata si mescolava a lievi paradossi verbali.