È internet, bellezza: ecco perchè odio e radicalismo si alimentano in rete
È internet, bellezza. Stragi e radicalismi e sangue. E indottrinamenti repentini. E quindi le azioni cruente. Efferate, crudeli. Che quasi sempre sono emulazioni. È internet, bellezza. Nessuno lo dice. E nessuno ve lo dirà mai. Ma è questa la realtà. La crudeltà corre lungo l’invisibile filo della rete. La radicalizzazione si nutre di social, di tutti i social disponibili. Si pasce e ingrassa all’ombra dei messaggi di guerra e di odio che chiunque può leggere sul suo smartphone. Vedi la faccia di questo diciannovenne che ha sgozzato il prete di Rouen, vedi la sua espressione e la sua postura alla Fonzie nelle foto che ha immagazzinato sul suo tablet e ti sembra un ragazzetto normale, uno dei tanti che incroci per strada. Invece lui ha navigato parecchio in rete. Si è servito e poi invaghito della rete, delle sue infinite possibilità. Come del resto avrà fatto anche quell’altro giovanotto psicolabile a Monaco di Baviera. O quello ancor più imbevuto d’odio di Ansbach. Chissà quanti filmati hanno visonato, quanti testi hanno letto, quanto incitamento all’odio, alla ribellione e perciò al potere salvifico e purificatore del Jihad. Senza contraltare. Senza contraddittorio. Perchè in rete trovi tutto. Tutto il vero e tutto il falso del mondo. Ma non chi t’avverte. Chi ti consiglia o ti mette in guardia. Quelli, quando ci sono, sono post o appelli quasi inutili. È internet, bellezza. Trovi quelli che ti dicono cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ei filmati. E le teorie. E le storie. E le tecniche. E le modalità di acquisto di un’arma o di confezionamento di un esplosivo. Tutto verosimile. Tutto a portata di clic. Ed è difficile, tanto difficile se sei giovane e senza guida. Come quel videogioco che tanto t’appassiona. Che appunto è un gioco, ma ti fa vedere come si combattono e si eliminano gli esseri cattivi. I nemici. Così tra un clic e l’altro, giorno dopo giorno, ora dopo ora il tuo computer ti connette con un mondo virtuale che stimola e coinvolge. E che mette a rischio l’integrità psichica di un adolescente sino a spingerlo a “radicalizzarsi“. È internet, bellezza. Che tra gli incredibili meriti e le infinite opportunità che ha spalancato ci propone anche questo tipo di rischio. Perchè magari sarà vero che oggi non si può più vivere senza smartphone. Ma nemmeno senza paura.