Banche, Renzi rassicura i risparmiatori. Ma il Mps fa tremare il sistema

6 Lug 2016 18:54 - di Antonio Marras

«La vera questione sulla finanza europea non sono i npls (i non performing loans) italiani ma i derivati di altre banche. E’ un problema che va verso la soluzione ma vale uno, i derivati di altre banche valgono cento». Così il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi con il primo ministro svedese Stefan Lofven, ricevuto a Villa Doria Pamphjly. «I risparmiatori italiani e i correntisti non hanno alcun problema e per me questa è la priorità: è del tutto evidente che le questioni problematiche sui mercati e le difficoltà della borsa sono seguite con attenzione dal governo italiano ma riguardano gli azionisti. A me interessa che non ci sia alcun dubbio rispetto alla tranquillità dei correntisti italiani e di coloro che mettono i soldi nelle banche italiane ed europee».

Rispetto al salvataggio di Mps, Renzi “auspica soluzioni di mercato, perché le condizioni ci siano il governo italiano segue con grande attenzione perché il nostro obiettivo non è intervenire per salvare le autorità bancarie ma mettere al sicuro i correntisti”. Nessuna garanzia, al momento. Ed è proprio sulla banca toscana che sono incentrate le maggiori preoccupazioni, basta leggere le parole del governatore, del Pd, Enrico Rossi. «Ci aspettiamo che il Governo intervenga: dall’Europa è venuto un disco verde con una dichiarazione piuttosto chiara in cui si dice “Le modalità le decida il Governo», dice Rossi, presidente della Regione Toscana. Secondo il governatore infatti l’unico modo per risolvere la vicenda è “che lo Stato entri, tuteli i cittadini, tuteli le famiglie, tuteli chi ha depositi, tuteli le imprese che hanno bisogno di prestiti, entri capitale, mandi a casa i vecchi consigli d’amministrazione, per la quota di capitale di cui è proprietario nomini esso stesso i membri: poi ci sarà un processo, quando la partita sarà risanata, per cui lo Stato potrà di nuovo uscire. Lo hanno fatto negli Stati Uniti, non vedo perché non debba essere fatto da noi”.

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