Brexit, l’Ue frena: non ci si aspetta che Cameron presenti la richiesta di ritiro
Addio all’Unione europea, ma senza fretta. Fonti di Bruxelles fanno sapere che il Consiglio europeo non si aspetta che il premier britannico David Cameron presenti la notifica del ritiro della Gran Bretagna dall’Ue, ovvero l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, al prossimo summit europeo. “Sia chiaro a tutti che non c’è alcun negoziato senza una notifica formale di avvio delle procedure previste dall’art.50 – fa sapere una fonte del Consiglio – E’ irrealistico pensare che Cameron notifichi il recesso al prossimo Consiglio Ue”. Sulla questione dei tempi, la stessa fonte osserva che “nell’interesse della Ue e del Regno Unito bisogna avviare questa fase rapidamente”, ma contemporaneamente fa notare come il voto abbia provocato “una crisi profonda, non solo della leadership conservatrice ma anche nella società britannica, su cui bisogna riflettere”.
Il segretario di Stato Usa John Kerry intanto sarà domani a Londra e Bruxelles nell’ambito di incontri dedicati al dopo-Brexit. Nella capitale britannica e in quella belga il capo della diplomazia Usa porterà un messaggio di forte supporto americano.
Fiato sospeso infine per la riapertura dei mercati: dopo il tracollo subito venerdì dalle Borse di tutto il mondo, la riapertura di domani dovrà fare i conti, oltre che con l’incognita Brexit, anche con l’effetto del voto in Spagna. Gli analisti non sono ottimisti. Il rischio è di un effetto domino che vada ad impattare sulla crescita, e non solo quella della Gran Bretagna: secondo Morgan Stanley, il Pil del Regno Unito potrebbe subire un calo di 1,5 punti percentuali nei prossimi 18 mesi; ma la Brexit potrebbe costare 0,8 punti anche all’economia dell’area euro e 0,5 a quella mondiale da qui alla fine del 2017.