Stalking contro una coppia gay: fa discutere la sentenza di Torino
È stato condannato ad un anno di reclusione, con la condizionale, l’uomo accusato di stalking per le angherie subite da una coppia di gay dagli inquilini del condominio in cui abitavano. Questa la decisione del giudice monocratico di Torino, Alessandra Cecchelli. Il pm Cesare Parodi aveva chiesto per l’imputato, un 63enne, otto mesi. La vicenda è quella del condominio torinese “alleato” contro quegli inquilini “diversi”, perché gay, «che si tenevano per mano e si baciavano in pubblico». Secondo il magistrato, «certamente anche altri hanno creato un clima infame in quel condominio, ma è altrettanto certo che l’imputato (il solo a rispondere dell’accusa, ndr) è responsabile, quantomeno a livello concorrente. Non vedo alternative alla condanna. La gente – ha aggiunto Parodi ricordando la vicenda – non si diverte a installare inferriate e telecamere (come fatto dalla coppia gay, ndr) oppure a presentare querele se non ne ha un preciso bisogno. Se lo fa è perché ha paura. I rapporti tra i due uomini non finirono solo per questo, ma certamente anche per questo. Il problema va di molto oltre l’accettazione degli omosessuali nella società. C’è un riferimento alla sfera della sessualità del tutto gratuito».
Allo stalker è stato dato un anno, il pm chiedeva 8 mesi
Determinata la difesa dell’imputato: «Sono un capro espiatorio. Non ho fatto nulla se non difendere la mia famiglia da persone che hanno preso a calci la mia porta di casa». Si difende così il torinese di 63 anni condannato ad un anno di reclusione, con la condizionale, per le angherie del condominio in cui abitava nei confronti di una coppia gay. «Vogliono farmi passare per omofobo – aggiunge – ma ho amici gay». Il suo avvocato, Luca Cavallo, preannuncia già l’appello: «Il peso di questo processo è aumentato negli ultimi quindici giorni – sostiene -. Abbiamo più di un motivo per presentare appello». «Non accetterei neanche una condanna a dieci euro – riprende l’imputato -. Speriamo nell’appello». La sospensione condizionale della pena è subordinata al pagamento di una provvisionale di 5 mila euro per ciascuna delle due parti civili. È una sentenza «che risponde alle giuste aspettative delle parti offese», secondo l’avvocato Anna Ronfani, legale del torinese che ha denunciato le angherie del condominio in cui abitava con l’ex compagno.