Povera Italia, se anche la Treccani scrive “un’ideale” con l’apostrofo

2 Mag 2016 20:15 - di Corrado Vitale

E il portale web della prestigiosa Treccani cadde sull’apostrofo. Le sviste ortografiche sono, come è noto, un nemico sempre in agguato per chi scrive, per mestiere o semplicemente per diletto. Il web ci riporta quotidianamente una miriade di strafalcioni, sgrammaticature, congiuntivi violentati, costruzioni sintattiche improbabili. Insomma, è davvero la kermesse dell’asinocrazia. Ma che possiamo farci, vivendo noi a quasi 50 anni da quel ‘68 che devastò scuola e università?  Grave (e preoccupante)  è però imbattersi  in un gravissimo errore di ortografia sul portale di una delle più prestigiose istituzioni culturali:  la Treccani, appunto. Digitando su Google  “Rivoluzione culturale cinese” insieme con “Treccani, il portale del sapere” ecco il brano che compare: «Fu un movimento popolare, soprattutto giovanile, che si fondava su un’ideale di egualitarismo assoluto e sul controllo dal basso della politica e dell’economia…».  L’errore noi l’abbiamo segnalato con il corsivo, ma ogni bravo professore di scuola media e ogni bravo maestro di scuola elementare lo segnalerebbero con la matita blu. Inserire l’apostrofo all’articolo indeterminativo prima di un termine maschile è un brutto errore. Un errore purtroppo frequente e che viene commesso anche da chi ha abbandonato la scuola da molti anni. Ma fa una certa impressione ritrovarselo persino sul “portale del sapere”.

Una svista, certo, dettata magari dalla fretta o dalla stanchezza. Però può darsi anche che l’ignoto estensore Treccani della suddetta voce abbia avuto la disavventura di essere stato istruito da qualche professore sessantottino. E il sospetto viene anche leggendo altri brani. La Rivoluzione culturale cinese fu infatti, per la Treccani, un «fermento rivoluzionario che trovò una sensibile cassa di risonanza tra i giovani rivoluzionari europei degli ultimi anni Sessanta». «Questo movimento – continua il brano – fu promosso e sollecitato dallo stesso Mao, come elemento decisivo di una lotta interna nel Partito comunista cinese. La sua forte ideologizzazione, l’aspetto più significativo di questo movimento, portò rapidamente a disastri sociali, economici e gravissime conseguenze sui destini individuali di milioni di individui epurati dalla vita politica ed emarginati in quella civile». Nell’elenco Treccani dei misfatti della Rivoluzione culturale manca quello più grave: il massacro di due milioni di persone. Ma questa omissione non può certo essere considerata una svista. Ed è il fatto più grave, apostrofo a parte.

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