Emilia, usano cemento fasullo per “ricostruire” dopo il sisma: 15 indagati

27 Mag 2016 13:55 - di Guglielmo Federici

La ricostruzione post-terremoto è ora nel mirino dei pm. La beffa che si aggiunge alla tragedia. È stato trovato cemento depotenziato usato per la costruzione di edifici dopo il terremoto del 2012: sulla base di questa ipotesi sono state eseguite 20 perquisizioni nelle provincie di Modena, Bergamo, Bologna, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza e Verona nell’ambito di una operazione denominata ‘Cubetto’ coordinata dalla Procura di Modena ed eseguita dalla squadra mobile. Le forze dell’ordine hanno eseguito  un blitz nei comuni interessati dai lavori, in particolare a Finale Emilia dove al centro dell’attenzione degli inquirenti ci sarebbe la scuola media Frasoni, una delle scuole che sarebbe stata ricostruita con “materiali depotenziati” rispetto agli standard. A quanto risulta è stato accertato il coinvolgimento di due importanti aziende del Nord Italia, la Betonrossi di Piacenza, operante nel settore della fornitura di calcestruzzi, e l’Aec di Modena, che si occupava delle costruzioni. Sono 15 gli indagati tra quadri e dirigenti delle aziende coinvolte. Sono quindici gli indagati.

Cemento depotenziato: così falsificavano i dati

Le indagini, iniziate nel dicembre del 2015, sono state condotte dai poliziotti della Squadra Mobile modenese, coordinati dal Procuratore Lucia Musti e dal Sostituto procuratore Claudia Ferretti. Il nome dell’operazione “Cubetto” deriva dai campioni di cemento, detti cubetti, utilizzati per alterare le analisi di laboratorio effettuate. Agli indagati è stata infatti contestata anche la falsificazione delle certificazioni inerenti le caratteristiche tecniche del calcestruzzo. E, appunto, tra le opere oggetto d’indagine c’è la costruzione, realizzata con cemento depotenziato, di una scuola elementare di Finale Emilia, comune interessato dall’operazione Aemilia.

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