Il caso Pizzarotti agita il M5S. Il sindaco va all’attacco del Direttorio

23 Mag 2016 16:54 - di Giacomo Fabi

Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma sospeso dal M5S per aver tenuto nascosto per tre mesi ai vertici del Movimento un avviso di garanzia per abuso d’ufficio, prova a ricucire lo strappo con Grillo. Il Direttorio, una sorta di direzione operativa con il compito di coordinare le attività dei gruppi parlamentari e del territorio, aveva “invitato” Pizzarotti a controdedurre rispetto al provvedimento di sospensione e lui vi ha aderito. Non senza aver prima sottolineato nella lettera inviata allo staff che il “Non-Statuto del M5S, cioè l’unico regolamento esistente e vigente tra i Cinquestelle «non prevede alcuna ipotesi di sospensione», così come – insiste il primo cittadino di Parma – non contempla la procedura delle «controdeduzioni».

Pizzarotti punta a rappresentare il disagio del territorio

Il tono e le argomentazioni scelti da Pizzarotti, tuttavia, sembrano preludere ad un addio molto polemico. Il sindaco vuole solo che il cerino si spenga tra le dita dei suoi detrattori ed avversari interni forse perché punta a non andarsene da solo. Sa che sotto la cenere degli unanimismi di facciata cova il fuoco del malcontento di molti eletti, molti dei quali invocano un cambio di passo verso gli estremismi moralistici delle origini. Può diventarne il simbolo, a patto però che diventi la vittima di un oligarchia incapace di cogliere i nuovi fermenti.E Pizzarotti sembra andare proprio in questa direzione: «Se verrà revocata la mia sospensione – scrive infatti nelle sue controdeduzioni – io sarò felicissimo di rimanere a far parte a pieno titolo del M5s». Ma – è la condizione che pone – «chiedo che finalmente certe richieste, che non sono solo mie ma di tantissimi attivisti ed eletti, vengano ascoltate».

«A Di Maio l’abbiamo chiesto anche in coro di venire a Parma»

E che questo sia il retropensiero di Pizzarotti lo conferma indirettamente anche un suo post su Facebook dal titolo: «Non dite che non ci abbiamo provato in ogni modo». Sotto campeggia un video in cui si vedono alcuni attivisti attivisti e consiglieri M5s di Parma che chiedono a Di Maio di «ascoltarci e di venire a Parma». È la prova – lascia intendere Pizzarotti – che il dialogo è stato chiesto in tutti i modi, «anche in coro…».

 

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