«Votiamo no». I partigiani alla guerra del referendum al grido di “o Boschi ciao”

24 Mag 2016 18:31 - di Antonio Marras

La risposta è arrivata dura, nero su bianco. Con l’obiettivo di bocciare Maria Elena Boschi e i suoi tentativi di “arruolare” i partigiani alla causa del referendum con accostamenti poco graditi o inviti alla mobilitazione mirati a spaccare l’associazione. L‘Anpi respinge “i tentativi di provocare o intimidire” l’Associazione, e “decide” di intensificare la Campagna per il “NO” alla riforma del Senato e per il “SÌ” alla correzione di parti dell'”Italicum” in “tutti i luoghi in cui l’associazione nazionale di partigiani ha una sede”. Lo si legge in un documento approvato dal Comitato nazionale dell’Anpi che si è riunito in giornata per ribadire il proprio “No” alla riforma. Nel testo l’Anpi critica “la inaccettabile campagna introdotta contro l’Anpi, perfino tentando discriminazioni fra i partigiani”, e respinge “i vergognosi avvicinamenti ad organizzazioni di stampo fascista”. Il referendum, si sottolinea nel documento, “è un diritto dei cittadini e delle cittadine ed è uno strumento di democrazia: è necessario che tutti lo rispettino e si adeguino alla necessità di consentire una piena conoscenza dei reali problemi in discussione, senza prevaricazioni e senza l’uso di dichiarazioni provocatorie ed offensive. L’Anpi tutta è impegnata a garantire che questo importante esercizio di democrazia si svolga con estrema correttezza e parità di condizioni, in modo che davvero la parola conclusiva spetti al popolo”. Secondo i partigiani, “la decisione di aderire alla campagna referendaria per il “No” è stata adottata dal Comitato Nazionale del 21 gennaio, con una netta e precisa maggioranza (venti voti a favore e tre astensioni), che tale decisione è stata ribadita praticamente in tutti i Congressi provinciali e sezionali dell’Anpi, con rarissime eccezioni; che la conferma definitiva è venuta dall’inequivocabile voto conclusivo (con solo tre astensioni) del Congresso sui documenti congressuali, compresa la relazione generale del Presidente, analoga – nella sostanza – alle decisioni precedenti”.

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