Alessandra Mussolini: “Corro con Marchini per archiviare il Novecento”

7 Mag 2016 8:27 - di Redazione

Onorevole Mussolini, con Marchini sindaco la capolista di Forza Italia la fa e con Bertolaso invece s’è rifiutata? «Berlusconi mi disse: candidati a sostegno di Guido. Ma io avevo qualche perplessità…». Perplessità? Ma se ha detto pesta e corna – più qualche parolaccia – del povero Bertolaso… «Dava messaggi fuorvianti, diciamo pure allucinanti. Vuole sapere quale è stato il colmo?». Quale? «Quando se n’è uscito così : potrei fare l’assessore di Raggi o di Giachetti. A quel punto io ho sparato questo tweet ritratelooooooo!», spiega a “Il Messaggero“.

Mussolini: ” Berlusconi è stato troppo paziente con gli alleati”

E Berlusconi ha obbedito alla Mussolini? «Ha capito, anche ascoltando i malumori di tutti noi, che non poteva più insistere su Bertolaso. E ha scelto Marchini, spiazzando tutti». Il leader è sempre il leader: il più lucido e lungimirante di tutti, SuperSilvio? «Non faccia lo spiritoso. Berlusconi è stato troppo paziente con gli alleati. Ha dovuto sopportare prima la Meloni che non si voleva candidare; poi il suo veto a Marchini; poi la convergenza di Meloni e Salvini su Bertolaso; poi le gazebarie vinte da Marchini ma loro non accettano il risultato; poi lo stop a Bertolaso; poi la candidatura della Meloni che prima aveva detto mai e poi mai». E Berlusconi? «Che pazienza infinita ! E che assurdità tutta quella storia. Perché andava bene Parisi a Milano e non Marchini a Roma, pur avendo i due un profilo civico e di uomini del fare perfettamente sovrapponibile? Perché Lettieri andava bene a Napoli e Marchini non andava bene a Roma?». Forse perché. Meloni dixit, «Marchini è un comunista»? «Uffa». Cioè? «Uffa».

“Perché andava bene Parisi a Milano e non Marchini a Roma”

Già stanca di Marchini? «Ma figuriamoci. Non ne posso più, e lui neanche, di sentire parlare del passato. Lo sa che cosa ci diciamo io e Alfio, quando parliamo?». Lui parla di suo nonno partigiano e lei di suo nonno Duce. «Macché! Parliamo di buche sulle strade e di asili nido, di trasporti e della questione nomadi». E comunque? «Marchini mi ha detto una cosa perfetta, da uomo concreto qual è. Ed è questa: ognuno ha la sua storia, ma per un atto di generosità verso questa città che amiamo ci si mette insieme per un progetto comune». Parole sante? «Santissime. Questo fatto che io e Alfio abbiamo percorsi familiari distanti, e che li abbiamo uniti, fa onore alla Capitale. E’ la riprova che finalmente si va oltre». Ma è sicura che gli elettori sono già oltre? «Arci-convinta. Roma è malata, e un malato chiede al medico di essere salvato. E mentre quello ti mette la flebo, tu non gli chiedi: sei di destra o di sinistra? Gli dici: mettimi questa flebo e falla finita!».

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